Le risposte alle Faq (frequently asked questions) sono arrivate solo in tarda serata, quando ormai l’ora fatidica era passata: “Compito della presidenza rispondere” dicono dall’assessorato alla Sanità, “compito dell’assessorato alla Sanità fare le domande” dicono dalla presidenza. E così la prima notte di “coprifuoco” nei tre Comuni della Valle Peligna sottoposti all’ordinanza anti Covid, è passata nell’anarchia più totale. Con le forze dell’ordine evidentemente in imbarazzo nel far rispettare una norma che non è normata. Perché a dirla tutta quel “et cetera” (letteralmente “e i rimanenti”) dice tutto e il contrario di tutto, con pub e palestre (solo per fare un esempio di “et cetera” difficilmente catalogabili) rimasti nel limbo ad aspettare un codice Ateco. I codici alla fine non sono arrivati, ma è arrivato un piccolo elenco. Dovranno chiudere alle ore 20 i bar e gli altri esercizi senza cucina (pub, birrerie, caffetterie, enoteche), le gelaterie, pasticcerie e pizzerie al taglio, rivenditori alimentari, di bevande e tabacchi, supermercati e ipermercati. Sono escluse dalle misure restrittive, invece, le attività di somministrazione che dispongono di posti a sedere (non è chiaro se anche i bar) e ristorazione connessa ad aziende agricole.
La vicenda non è destinata a esaurirsi così facilmente, perché mentre in Regione si mettono d’accordo su chi fa il prof e chi l’alunno, intanto, gli scontrini non si fanno e l’immagine della città precipita. Negli alberghi e nei bed and breakfast fioccano le disdette per il semaforo arancione con cui è stata marchiata la città e i commercianti, forti del coro di reazioni di sindacati, associazioni e forze politiche, minacciano serrate, proteste, ricorsi e cause di risarcimento danni e lanciano la provocazione dell’apertura a mezzanotte e un minuto “tanto nell’ordinanza non è specificato fino a che ora bisogna restare chiusi”, spiegano. Nei paesi limitrofi non coinvolti dalle restrizioni, intanto, i sindaci si preparano alla possibile “invasione” del fine settimana, chiedendo agli operatori di far rispettare le norme di prevenzione e di prestare la massima cautela. Perché poi, e questo è un altro paradosso dell’ordinanza, le isole arancioni non sono isole e il territorio è strettamente interconnesso.
Nelle ultime ore, ad esempio, si sono registrati almeno altri tredici contagi (ma il conto è in aggioramento), una decina dei quali legati a focolai già conosciuti, altri da verificare. Tra questi, dei noti, un altro a Bugnara e due a Campo di Fano, frazione di Prezza dove sono risultati positivi padre e figlio. I due, con il padre che lavora a Pratola, sembra siano stati contagiati nel corso di una festa celebrata a Bugnara: dimostrazione che i focolai non si isolano con uno stemma municipale, ma anche che la loro accensione non avviene (o almeno non è avvenuta finora) in bar e locali.
Il presidente Marsilio ha detto ieri in conferenza stampa che l’ordinanza ha una scadenza a sette giorni, ma che in base alla curva epidemiologica potrà essere revocata prima o anche prorogata. Si vedrà nelle prossime ore, perché i dati che arrivano si prestano ad una doppia lettura: gli undici carabinieri della Radiomobile sottoposti a tampone dopo la positività di tre colleghi, ieri sono risultati negativi. Ma dall’altra la quota dei contagi in Valle Peligna (al lordo di quelli che sono in via di negativizzazione) ha toccato con i casi delle ultime ore quasi quota 170, cui si aggiungono i casi dell’Alto Sangro dove il virus, dopo la positività del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, è tornato a fare paura. A tampone si è sottoposto lo stesso presidente Marsilio che è stato a contatto con il patron del Napoli, così come il sindaco Caruso (entrambi negativi) e si è in attesa delle risposte dei tamponi eseguiti su chi nelle due settimane di ritiro è stato più a contatto con la squadra.
È possibile sapere a Sulmona il numero dei contagiati sui tamponi effettuati e raffrotare l’indice con quello di altre località
Grazie
P. S
Esempio dato dell’ultima ora
13000 positivi su 500000 docenti e non docenti
Indice 2,6%
Parlare di dati assoluti è MOLTO riduttivo e superficiale
Si ma non ha neanche senso confrontare dati relativi di natura diversa. La percentuale di positivi tra docenti e non docenti non può essere confrontata con la percentuale di positivi rilevata sui tamponi di sorveglianza attiva poiché essendo sottoposti ai secondi prevalentemente coloro che hanno sintomatologia o che sono venuti a contatto con focolai è evidente che si tratti di un campione della popolazione soggetto a selection bias. E’come se confrontassi l’altezza media dei docenti con l’altezza media di un gruppo selezionato da squadre di basket.
Per il resto, qualche info in più è sempre ben accetta!
Un appunto…. A chi spetta il compito di controllare se l ordinanza viene rispettata??? Ieri sera dopo le 22 in zona non centrale di Sulmona bar aperto come se niente fosse e, quasi si sbeffeggiava di tale ordinanza!!!
NN spetta a nessuno in quanto nell’ordinanza non è indicata nessuna violazione da applicare..quindi..tanto per far presente di cosa stiamo parlando e di chi prende migliaia di euro in Regione per fare ste ciofeche di ordinanze..mamma me!!
Grazie Pippo!!
Per Mario S :
Il mio è stato solo un esempio.
Il dato che non viene fornito è il rapporto tra i tamponi effettuati e popolazione
Nonché rapporto positivi e tamponi effettuati.
Temo che nessuno abbia questi dati.
Le decisioni prese e richieste per Sulmona – temo – non siano supportate da dati statistici certi.
Tanti bar sono dotati di cucina. E chi sarebbero sti scenziati? Vergogna!
Sce vabbè se per cucina vogliamo fare passare la presenza di un microonde per cucinare primi piatti surgelati già pronti, oppure una bistecchiera ad uso domestico per abbrustolire due wurstel e dei panini dell’eurospin allora ok