Altri contagi al Distretto sanitario. Mascherine e regole, queste sconosciute

Aumentano i contagi nel Distretto sanitario di Sulmona, dove al caso dell’infermiera di Pratola Peligna già accertato si sono aggiunti nelle ultime ore altri tre positivi. Si tratta in particolare di tre donne: due amministrative e un’altra infermiera, residenti a Bugnara e (due) a Sulmona. Un fronte, questo dell’ospedale, o meglio del distretto sanitario, che da un lato preoccupa per gli sviluppi che potrebbe avere sull’utenza, ma dall’altro rassicura sul fatto che il rispetto delle misure di prevenzione, come accaduto per il caso di Radiologia, funziona. Dei diciotto tamponi eseguiti ieri, infatti, gli altri quindici (tra cui tutti i medici) sono risultati negativi, nonostante lo stretto contatto avuto con i casi positivi accertati (più di uno sintomatico). Lunedì saranno eseguiti altri tamponi sul personale della palazzina ex Rubeo, ma si tratta di persone che hanno avuto meno contatti con i casi accertati.

Nell’attesa, intanto, il Covid però continua ad avanzare anche sugli altri fronti aperti: oltre ai tre positivi del Distretto, infatti, ieri si sono aggiunti in Valle Peligna altri tre casi: due, ancora, a Bugnara riferibili ai casi della frazione di Torre de’ Nolfi e uno a Sulmona che è per certi versi emblematico: si tratta infatti della madre di un giovane positivo, uno di quelli che ha violato il suo ipotetico isolamento domiciliare. Asintomatico e pieno di sé, lui come altri (non tutti fortunatamente), convinti che il virus non è un loro problema e soprattutto non è un problema della collettività. Tra il negazionismo e il minimalismo: disinvolti nel non usare la mascherina e violare gli obblighi imposti dalla legge. Augurando una rapida negativizzazione e guarigione a lui e alla madre, c’è da sperare però che almeno questo tampone positivo serva a convincerlo che anche gli asintomatici sono contagiosi e che, se a loro il Covid può anche non dare conseguenze, il virus può essere comunque molto pericoloso per altri: anziani, immunodepressi, e non solo. Che i ricoverati peligni all’Aquila sono già dieci.

Al di là delle polemiche politiche, degli eventi non sospesi, delle lettere alle autorità perché intervengano e decidano provvedimenti, bisogna prendere atto e coscienza che, come dice la sindaca di Sulmona, molto dipende dai comportamenti dei singoli. Ma molto, però, dipende anche dalla capacità di avere il controllo e far rispettare le regole: perché se persino i positivi escono di casa senza mascherina, senza che nessuna sanzione gli venga applicata – seppur prevista -, non c’è da meravigliarsi che i “sani” o presunti tali si comportino con leggerezza.
Ha fatto molto discutere ieri, ad esempio, la celebrazione di un matrimonio civile proprio nella sede di palazzo San Francesco, davanti alla porta della Casa e della polizia comunale cioè che sono il luogo e l’organo preposto da dove rispettivamente è uscita l’ordinanza sindacale che obbliga all’uso della mascherina H24 e da dove dovrebbero partire i controlli perché tale obbligo venga rispettato. In molti, nell’euforia dei fiori d’arancio, di fatto, ieri non indossavano la mascherina e non rispettavano le distanze minime di sicurezza. Eppure, come pure il caso dei contagi a Radiologia e al Distretto sanitario hanno dimostrato, essere attenti al rispetto di queste prescrizioni, può essere abbastanza per evitare il contagio e fermare questa avanzata che sta travolgendo anche e soprattutto la Valle Peligna.
Con i suoi, ad oggi, oltre 450 in sorveglianza e 75 casi accertati: 38 a Sulmona, 12 a Pettorano sul Gizio, 7 a Bugnara, 7 a Pratola, 4 a Introdacqua, 1 a Corfinio, 1 a Pacentro e 5 (riferiti a turisti) a Pescasseroli (3), Scanno (1) e Scontrone (1).

12 Commenti su "Altri contagi al Distretto sanitario. Mascherine e regole, queste sconosciute"

  1. Scusate ma per poter controllare se una persona deve stare in isolamento a casa gli addetti hanno a disposizione un elenco di nominativi oppure no?

  2. Ho sempre pensato che il Germe, almeno negli articoli di Iavarone, fosse un giornale locale di migliore qualità. Ora si fa coinvolgere dall’avvocato Nannarone in un chiacchiericcio da caccia alle streghe. per questo vede, ma non guarda bene. Difficile per gli ospiti del matrimonio, bere lo spumante offerto subito dopo la cerimonia, con la mascherina indossata. Se Iavarone ingrandisce la foto, come ho fatto io, noterà che hanno tutti un bicchiere. La ragazza al centro, ad esempio, ce l’ha nella mano sotto l’altro braccio. Avete cacciato le vostre streghe, facendo finta di nulla in luoghi davvero molto frequentati,ad esempio, al mercato. Quando ho contestato ad un esercente, il mancato uso dei guanti dei clienti che frugavano nella frutta a mani nude, mi hanno additato come “rompiballe” che non li faceva lavorare. Ma si sa, i possessori dei banchi non votano a Sulmona e forse, neanche gli ospiti del matrimonio. Ho notato che prudentemente ha nascosto i volti riconoscibili. Non altrettanto ha fatto l’avvocato. Consiglio al giornalista di informarsi di chi era il matrimonio e di inviare gli auguri agli sposi.

    • Avere un bicchiere in mano per festeggiare un evento non autorizza i conviviali a stare ad una distanza interpersonale inferiore ad 1 mt., O no?

  3. In risposta a Fabius.Se guardate meglio le distanze ci sono. L’avvocato poteva chiedere a quelli vicini se erano congiunti. Poi può farsi un giro per tutti i locali e chiedere quanto sono congiunti tra loro quelli ammucchiati. Ma si sa i bar e i ristoranti muovono l’economia e il voto

  4. È noto che chi non rispetta la quarantena ed è positivo scatta la denuncia penale..bene se tutti conoscono queste persone come mai nessuno si adopera per denunciarli all’AG o alle forze dell’ordine??

    • Stessa regola è valsa per i migranti di pettorano? Chiedo per mio cugino dello Yemen.

      • Certo. Non credo il migrante fosse conosciuto da persone di Sulmona, né credo che abbia fatto vita sociale andandosene in giro per locali, altrimenti la regola sarebbe valsa anche per lui.
        A parte questo, e in astratto, vedi similitudini tra un cittadino (sulmonese o di qualsiasi altra parte) che viola la quarantena e un migrante tunisino di Pettorano? O forse è stato un lapsus fruediano?

        • Quindi mi sta dicendo che ai migranti che stavano in quarantena OBBLIGATORIA perché positivi e presi dalle fdo presso la villa comunale di Sulmona, sono stati denunciati penalmente? Quindi ora stanno in carcere? Questa volta chiedo per mio cugggino dal Molise.

          • Dico che la regola si applica indifferentemente. Va applicata ora, e andava applicata allora, continuando nel suo accostamento (non troppo lusinghiero) tra queste persone di Sulmona e alcuni migranti. Dopodiché si può discutere se sia ragionevole pretendere lo stesso senso civico dai presunti violatori sulmonesi e da migranti, per lo più analfabeti, che attraversano il Mediterraneo su un gommone. Ripeto, il tuo non é un accostamento proprio lusinghiero!

  5. Ma la legge è uguale per tutti o no? Questa è la mia domanda. Niente risposte filosofiche di partito.

    • La regola si applica indifferentemente = la legge é uguale per tutti. Avevo già risposto.
      La mia non era una riflessione filosofica, né tantomeno di partito (ai politici e a questi partiti é impossibile affidarsi).
      Cerco di essere più chiaro: chiunque violi la legge va perseguito. Non é che siccome un migrante non é stato perseguito, allora tutti liberi di fare quello che pare. Non é che se si é sbagliato una volta nell’applicazione della legge allora nessuno può essere perseguito! “La legge é uguale per tutti” e un principio positivo prima che normativo.

  6. Sarebbe interessante conoscere il numero di tamponi in relazione della popolazione.
    Così da raffrotare l’indice con quello di altre località.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*