Il fascismo pare sempre più sdoganato nella società italiana ma la legge parla chiaro e nella XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica italiana recita al comma 1: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Nonostante ciò vediamo ogni giorno riemergere fenomeni di intolleranza, razzismo o vere e proprie campagne di odio come i tragici fatti di Macerata. Per rispondere a questo il collettivo AltreMenti Valle Peligna ha voluto riportare nel Centro Abruzzo la delibera n.781/2017 del Comune di Brescia – la quale obbliga chi usa spazi pubblici a dichiararsi estraneo alle idee di estrema destra e al razzismo – chiedendo alle amministrazioni di Sulmona e Pratola Peligna, attraverso una richiesta protocollata, di approvarla e applicarla anche loro.
Nello specifico il Comune di Brescia ha disposto che nel momento in cui un soggetto chiede in concessione uno spazio pubblico deve sottoscrivere un documento in cui si impegna nel: “riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo; di non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste e neonaziste, in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa; di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti; di non compiere manifestazioni esteriori inneggianti le ideologie fascista e/o nazista”.
La delibera in questione è stata impugnata da CasaPound – i cui componenti si autodefiniscono senza mezzi termini “fascisti del terzo millennio” – ma il Tar di Brescia ha respinto il ricorso sentenziando con tale motivazione: “la specificazione richiesta del Comune in ordine al ripudio delle ideologie fascista e nazista, fosse, in concreto, di per sé, superflua o meramente confermativa, in quanto lo stesso riconoscimento dei principi e nelle norme della Costituzione italiana implica, implicitamente, il rigetto dell’ideologia fascista che con essi inevitabilmente contrasta”.
I fascisti di Cp ritenevano la delibera “lesiva sia della libertà di espressione del pensiero che della libertà di opinione” interpretazione però ribaltata dal Tribunale amministrativo perché: “dichiarare di ripudiare l’ideologia fascista non può essere qualificato come lesivo della libertà di pensiero e di associazione, dato che se tale libertà si spingesse fino a fare propri principi riconducibili all’ideologia fascista sarebbe automaticamente e palesemente in contrasto con l’obbligo e l’impegno al rispetto della Costituzione italiana”.
Questa iniziativa simbolica s’inserisce in una serie di risposte che la società sta dando al ritorno del fascismo come la manifestazione dei ventimila di Macerata, il corteo dell’Anpi di sabato scorso, ma anche iniziative più specifiche come quella del primo cittadino di Pesaro che ha presentato un esposto al prefetto denunciando la natura fascista – mai celata – di CasaPound.
Iniziative contro l’intolleranza e il fascismo come quella che si terrà venerdì prossimo ad orario aperitivo al Garbage Live Club di Pratola Peligna dove la collaborazione fra il locale, il collettivo AltreMenti Valle Peligna e l’associazione culturale L’Officina del Vento ha dato vita alla seconda edizione dell’evento “Valle Peligna Anti Razzista”, una serata di musica e socialità contro il dilagante clima di intolleranza degli ultimi mesi. Come dicono gli organizzatori: “Un evento apartitico contro ogni pregiudizio, per ribadire che i sentimenti di apertura e accoglienza da sempre rappresentano un vanto per la popolazione della Valle Peligna. Odio, paura e pregiudizi non ci fermeranno”.
Savino Monterisi
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