Le mura del paese sono tappezzate di lastre di alluminio grigio: metri e metri di bacheche dove affiggere i manifesti elettorali. Che però non ci sono, nemmeno uno. Che il numero è per legge proporzionato alle liste presentate. Quattro o cinque per ogni centro da poche centinaia di anime e ancor meno di votanti. Ad Ofena, Cocullo, Sant’Eufemia a Maiella: una sterminata prateria di “imboscati” che formalmente si candidano ad amministrare un paese che neanche conoscono o dove sono stati magari solo per depositare la lista.
“Non lo conosco”, “Non so chi sia”, “Boh; mai visto in giro”. Sono le risposte (video) che gli abitanti di Cocullo e Ofena, specie i più navigati, danno alla vista dei candidati in alcune liste per le prossime elezioni comunali del 3 e 4 ottobre. Sembra strano d’altronde non conoscere un viso, un nome e un cognome, in paesi che oscillano tra il 200 e i 400 abitanti dove in fin dei conti si è una grande famiglia.
Allora perché gli abitanti di queste realtà abruzzesi rimangono spaesati alla vista di nomi di candidati che dovrebbero avere a cuore gli interessi dei cittadini? Semplicemente perché si tratta di candidati fantasma. Un problema già affrontato da noi de Il Germe quando è stato pubblicato proprio il programma elettorale di una lista di Cocullo nel quale figurava la realizzazione di un campo da calcio a Collarmele. Si trattava di un mero copia/incolla di un programma elettorale presentato da una lista (anch’essa fantasma) delle scorse amministrative di Collarmele.
Liste fantasma nel vero senso della parola, con assenza di simbolo grafico, di idee e soprattutto dei candidati praticamente mai visti nei paesi. Curioso il fatto che gran parte dei componenti di tali liste appartengano alle forze dell’ordine. Nessun comizio, nessuna firma raccolta per presentare le liste (non necessarie nei paesi con meno di 1.000 abitanti) ma 30 giorni di aspettativa pagata dai contribuenti. Secondo l’articolo 81 della legge 1° aprile 1981, n. 121, infatti, gli appartenenti alle forze dell’ordine possono candidarsi e ottenere licenze di 30 giorni per poter fare campagna elettorale. Anzi sono obbligati a farlo, a dismettere la divisa, secondo il principio che nel loro ruolo potrebbero influenzare o fare indebite pressioni sugli elettori. Ma la verità è che dei voti ottenuti, a tutti o quasi tutti, non interessa nulla. Nessuna propaganda, comizio, neanche un santino da consegnare. In paese, anzi, non si sono mai visti, tranne che per depositare la propria lista in municipio. Tutto legale, quindi, sia chiaro. Eticamente aberrante.
Ecco quindi che i piccoli centri abruzzesi vengono presi d’assalto da persone di Vico Equense, Modena, Viterbo, ma anche da chi è residente a Sulmona, Pescara o L’Aquila ma lavora fuori regione. Il voto perde in un istante il suo valore. Un danno oltretutto alle casse pubbliche: se si considera che solo le 5 liste fantasma di Cocullo e Ofena, allo Stato costano circa 96.250 euro. Uno sperpero di denaro pubblico contro cui nulla possono neanche i Ghostbusters.
Valerio Di Fonso
Ora vediamo se quel signor sindacalista di Sulmona ci dice qualcosa al riguardo. Attendiamo fiduciosi
…siamo in democrazia…non la condividete e volete toglierci anche quella?
Se non ricordo male, la Costituzione garantisce gli stessi diritti a tutti i cittadini italiani, senza distinzione di sesso, razza, religione e status, (art. 2 e 3).
Quando scrivete cercate di documentarvi meglio…“ Secondo l’articolo 1484 dell’ordinamento militare, infatti, gli appartenenti alle forze dell’ordine “…, da quando gli appartenenti alla Polizia di Stato e alla Polizia penitenziaria sono stati giocoforza RI-MILITARIZZATI?
Per loro non si applica il Codice dell’ordinamento militare…ma le disposizioni della legge 121/81 e del D.P.R. 24 aprile 1982 n. 335.
Lupus in fabula questa è una manifestazione di democrazia o è una furbata da parte di chi dovrebbe tutelare i cittadini e rappresentare le istituzioni? Marciano ispettivi ed in alta uniforme. Ah ma forse lei è un candidato o il sindacalista che non si presenta alle elezioni (dice) e che non si esprime contro i furbetti
Attendiamo commenti dei sindacati di categoria .
I sindacalisti Fantocci non avranno nulla a che ridire in quanto sono stati eletti rappresentanti sindacali anche da quei soggetti fancazzisti che si presentano alle elezioni comunali al solo fine di prendersi 30 giorni di ferie aggiuntive a spese della collettività.
Possibile che il legislatore non abbia pensato a modificare la legge, ad esempio: richiedendo un minimo di firme di elettori del comune per poter presentare una lista.
Anche poche firme basterebbero a contenere il fenomeno!
È la solita non notizia
Succede e risuccede ogni volta
Una domanda è lecita, vanno contro la legge….. No
Sono tutelati dalla legge….. Si
E allora cos’è
Una battaglia morale
Ma dai
Anche la morale fa notizia, non solo le violazioni di legge
Dipende che tipo di morale si vuol fare. Perché Criticare chi si muove seguendo le normative vigenti? Semmai sarebbe stato opportuno criticare chi ha pensato questa norma e chi ora potrebbe cambiarla ma non lo fa.
Aboliamo il voto ai militari e militarizziamo i votanti !
L’etica dovrebbe essere al di sopra della stessa legge.
Vedere “giusnaturalismo”: la norma è valida in quanto giusta.
Questo principio dovrebbe vivere in ciascun uomo.
Io piuttosto mi chiederei perché ci sia bisogno di questo espediente….