I carabinieri non sono arrivati e nonostante la diffida, anche se con un bel po’ di ritardo sulla tabella annunciata, la sindaca di Prezza Marianna Scoccia è andata avanti con la sua campagna di test rapidi (così come ha fatto quello di Castel di Sangro, Angelo Caruso). Mano distesa e mascherina, come un Malmozzetto d’altri tempi, la “capitana” si è fatta immortalare (per poi ovviamente postare tutto su Facebook) come cavia: l’estremo sacrificio e il buon esempio da dare a tutti i prezzani che, dice, per il 60% si sono precipitati a farsi bucare il dito.
Un sacrificio e una spesa che però non servono a niente, perché i test sierologici servono per verificare l’immunità di gregge (e certo il gregge non può essere un paese di meno di mille anime), hanno un valore solo epidemiologico (e questo lo ammette anche lei) e quindi possono dare qualche indicazione (e non certo dare la patente di immunità) solo se fatti su un campione appositamente studiato di popolazione, tant’è che il governo, che ieri ha avviato la campagna in Italia con i primi 150mila test, ha fatto selezionare una platea da Inail e Istat per anagrafe, zona e censo.
Non solo: “I kit dovrebbero essere testati su gruppi di persone numerose, centinaia di soggetti che si sono ammalati e altrettanti che non sono stati colpiti dal virus” ha spiegato al Nature, Peter Collingon, medico e microbiologo dell’Università di Canberra, senza contare tutte le criticità sui falsi positivi e negativi, sulla tipologia dei kit utilizzati, su chi e come li analizza e sulla marca e il tipo di test sierologico, ovvero quello “quantitativo” che ha una maggiore attendibilità (ma nessuna certezza) e quello “qualitativo” (cioè i test rapidi fatti a Prezza) per il quale l’attendibilità è molto minore.
“Ora attendiamo di conoscere le iniziative del Governo e della Regione rispetto ai test sierologici. Se non ci saranno iniziative in questo senso provvederemo noi ad effettuare la fase 2 ripetendo il test solo a coloro che escono per lavoro – annuncia la Scoccia -. È stata una iniziativa importante, peccato che sia stata accolta negativamente dall’assessore regionale alla Sanità. Ma sia chiaro noi non ci fermiamo perché il primo dovere di un amministratore nei confronti dei cittadini è quello di proteggerli”. E perché no di evitare di spendere i loro soldi inutilmente.
I prezzani possono mettersi l’anima in pace e prepararsi alla seconda punzecchiata, perché per il momento le iniziative del governo riguarderanno in Abruzzo poco più di 5mila persone, come ha spiegato in una videointervista al Germe l’assessora alla Sanità Nicoletta Verì che ribadisce: “Non c’è alcuna volontà di polemizzare e colpire politicamente la consigliera regionale Scoccia – spiega la Verì – semplicemente i test che sta effettuando non hanno alcun valore scientifico e nessuna efficacia”.
La Verì ha poi parlato dei tamponi, dell’inizio di questa seconda fase dove sarà necessario concentrare l’attenzione sulla medicina territoriale, per finire con una riflessione sulla rete ospedaliera: “Va ovviamente rivista nel suo complesso tutta l’impostazione della rete dell’emergenza e rivista l’importanza degli ospedali del territorio”.
malmozzetta dovrebbe chiedere un parere alla Corte dei Conti
Ma la Veri’ è la figlia di Stati o è la figlia di Sciocchetti?Non lo riesco a sapere,la somiglianza è quella, mi hanno detto uno dei due perché Veri’è il cognome da coniugata. Poi comunque queste quote rosa in politica si assomigliano tutte ,come di uno stesso segmento,per un paragone automobilistico.
Ha perfettamente ragione la veri’! I test della Signora Scoccia non sono attendibili!
I suoi? Lo sono? Ma sopratutto: dove sono?
I test effettuati a Prezza, non sono certi al 100% , come del resto ben dichiarato dalla Signora Scoccia,sono un primo screening, che è sempre meglio del vuoto assoluto,che propina chi si riempie la bocca di sole CHIACCHIERE!
Potrebbero essere peggio del vuoto assoluto. Se una persona risulta negativa che si fa? Nella peggiore delle ipotesi é un falso negativo e quindi le alternative sono due: o, consapevole della possibile fallacia del test, continua a comportarsi come chiunque non abbia fatto il test (e in questo caso si sono buttati i soldi); oppure credendo di essere veramente negativa, contagia gli altri (e oltre ai soldi buttati provoca pure un focolaio).
Signor Mario cosa le sfugge della frase: primo screening?
A nessuno è stato detto che il test è preciso,quindi nessuno si comporterà in maniera meno prudente,chi risultasse positivo a questo test potrà essere sottoposto al tampone prima dei negativi, le sembra ancora così inutile?
Se non erro questo tipo di test per fare una prima scrematura è stato adottato anche in alcuni grandi comuni del nord.
Mezza certezza o,se vuole mezza incertezza, la trovo comunque preferibile alla completa incertezza.
Leisa, non sia scortese. Non mi sfugge niente del suo pensiero. E’ molto chiaro. Al suo pensiero, secondo il quale imperfetto è meglio di niente, ho affiancato il mio, spiegandolo.
Ribadisco. Così non serve a niente: è un primo screening che non dà alcuna informazione affidabile. E in più ha un prezzo.
Occorrerebbe, peraltro, conoscere con esattezza il livello di precisione del test adottato a Prezza. Perché ne esistono a centinaia (ed è vero che i test sierologici sonno stati usati anche in Veneto), alcuni con una precisione dell’80% (cioè 2 test su 10 danno falsi positivi o negativi), altri con precisione del 30% (cioè in media meno affidabili del lancio di una moneta, non so se mi spiego). Lei ha qualche informazione in proposito? Saprebbe dirci da quale produttore è stato acquistato il test? Sa che in Spagna hanno acquistato 340.000 test sierologici cinesi e li hanno dovuti buttare (perché sono più le controindicazioni che i benefici, in questi casi)?
Insomma, ne faccio un problema di efficacia. Se misurando la febbre ho la probabilità di scoprire un positivo al 30% e la stessa probabilità è garantita dal test, allora il “primo screening” lo faccio comprando un termometro e spendendo 7 euro di soldi pubblici!
Comune di Prezza – determinazione 30 del 03.04.2020 – acquisto n. 700 test alla società INNOLIVING di Ancona per un importo di € 9308,60
https://www.halleyweb.com/c066076/de/attachment.php?serialDocumento=002TZX0202043
manuale istruzioni (all’interno % di affidabilità) + scheda test >>> centro pagina
https://www.innoliving.it/rapid-test-covid-19-solo-per-uso-professionale-medico/
articolo di riferimento ai test
https://www.ilgerme.it/i-test-inutili-della-scoccia/
(segnalo l’indicazione diversa del venditore e dell’importo di spesa)
Resta il fatto non chiarito dell’avere ignorato la diffida regionale… chiamiamola pure autogestione.
il test di Prezza oltre ad essere inutile è anche pericoloso, perché qualcuno pensando di esser negativo (fidandosi di un test INAFFIDABILE) potrebbe esser fonte di contagio verso gli altri. pertanto oltre che uno spreco di soldi è anche dannoso per la collettività . Questo approssimarsi a salvatori della patria è tipico di una campagna di marketing politico. vergogna.
Parliamo sempre di una attendibilità del 30%, contro, i tamponi per tutti non ci sono? Chiedo eh!
I test sono stati effettuati da un medico non da un giardiniere. (Temp)
Se un certo sindaco di una certa regione non avesse ignorato le direttive nazionali e non avesse blindato la sua città, ora staremmo disquisendo sul l’inefficacia degli ospedali del sud e probabilmente, staremmo contando i morti della Lombardia bis.
La disobbedienza civile, e non faccio esplicito riferimento a questo caso, a volte è un obbligo non facile, ma auspicabile.
Continuo a preferire chi fa a chi CHIACCHERA.
Dove ho fatto le allusioni del giardiniere “professionale”? Invece, quali le fonti e i riscontri alle sue allusioni su una scampata Lombardia bis qui nel Sud, che fortunatamente è finora mancata? Se non si è replicato quanto successo al Nord qui nel Sud, stia certa non è per merito della “blindatura” di questo Sindaco (CHI? Ed è anch’esso un concetto che deve meglio esplicitare), anche perchè poi questa blindatura vi è stata con i vari decreti regionali, ma il merito va ricercato piuttosto nell’ “isolamento”, e gli indici di infettività depongono a favore “con o senza tamponi”, e non vedo indici diversi o meglio migliori laddove sono stati utilizzati i tamponi “ritenuti inutili” da organizzazioni sanitarie, tamponi che le ricordo sono stati validati su rilevazioni “qualitativa” e no quantitativa, differenza non di poco.
Lei ha parlato di “disobbedienza civile” andandoci un tantino più pesante del mio “autogestione”, e che a volte è “un obbligo non facile, ma auspicabile”, non lo leggo tanto rispettoso delle diffide regionali ricevute.
Continui pure a preferire chi fa , ma tenga anche conto che tutto quello finora qui scambiato da tutti, non sono certamente chiacchIere!!!