Sei anni di reclusione considerando i benefici del rito abbreviato e la decadenza, solo per lui, dell’aggravante dell’odio razziale che lo stesso pubblico ministero, Stefano Iafolla, ha ritenuto di dover escludere. La condanna per Nicola Spagnoletti, quantacinque anni senza fissa dimora, è arrivata oggi da parte del giudice per le udienze preliminari Alessandra De Marco che ha dato pienamente ragione all’accusa accogliendo in toto la sua richiesta.
L’accusa è quella di tentato omicidio, per aver cioè partecipato nel giugno del 2018 insieme a Serafino Di Lorenzo, quarantenne di Sulmona oggi agli arresti domiciliari, ad una spedizione punitiva a sfondo razziale nel centro di accoglienza della Casa Santa dell’Annunziata, procurando ad un giovane ospite del Gambia una ferita da arma da taglio sul costato.
Una coltellata che poteva uccidere, ha ribadito il medico legale nella scorsa udienza, e figlia dell’odio per i migranti che nell’ultimo anno, con l’elezione della Lega in particolare al governo, ha subito un’impennata impressionante che dal web e dai social, a Sulmona, quella sera di giugno si riversò nella vita reale. Una minaccia che la procura di Sulmona ha saputo cogliere con coraggio.
Spagnoletti più che un odiatore è stato però considerato dai magistrati solo uno sbandato che ha seguito Di Lorenzo nella spedizione puntiva, sferrando però di suo pugno la coltellata al giovane migrante che aveva tentato di ribellarsi a quell’aggressione. Per lui è arrivata comunque una dura condanna.
Per Di Lorenzo, invece, si dovrà attendere il processo dibattimentale, apertosi erroneamente davanti al giudice monocratico e da questo rinviato quindi davanti al collegio del tribunale di Sulmona, dove il quarantenne sulmonese dovrà rispondere ad ottobre dell’accusa di concorso in tentato omicidio con l’aggravante dell’odio razziale, aggravante che pesa su Di Lorenzo proprio a causa dei tanti post da lui pubblicati contro “gli sporchi neri e spacciatori”.
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