Il tepore di un camino acceso, i bagni rifiniti in stile moderno, ampia cucina e interni rafforzati in legno, come un vero rifugio di montagna. Le foto pubblicate che mostravano un appartamento da sogno. C’erano cascate un gruppo di mamme di Sulmona, pronte a fare il bonifico per l’anticipo della casa. Ottocento euro per due giorni, a Capodanno, per regalare alle figlie adolescenti una festa nella vicina Campo di Giove. Otto ragazze poco più che quattordicenni che si erano già lanciate nel toto outfit di fine anno, quando il sesto senso di una delle madri ha sventato quello che poi si è rivelato essere un tentativo di truffa.
L’annuncio trovato sul gruppo Facebook “Campo di Giove – locazione e vendita” (pagina a cui fanno riferimento migliaia di persone, con quasi quattromila membri iscritti) offriva un appartamento ampio e di pregio in via San Matteo: un numero di telefono per i contatti e il profilo di una donna sorridente che ha avviato una trattativa su Whatsapp con una delle madri, fornendo particolari (dai posti letto ai servizi) e prezzi dell’affare di fine anno.
“Al momento di pagare ho notato che non c’era il Cir (codice identificativo regionale, ndr) che è obbligatorio quando viene commercializzato, pubblicizzato o promosso un immobile turistico – spiega la donna, anche lei gestrice di un bed and breakfast a Sulmona – così ho chiesto di vedere l’appartamento, ma mi è stato risposto che avrei dovuto aspettare i primi di dicembre e che nel frattempo non lo avrebbe riservato. Poi ho fatto qualche verifica sul web e ho scoperto che la stessa persona, quel numero di telefono, a volte con identità diverse, aveva già truffato diverse persone in Trentino Alto Adige e in Friuli. Così ho chiesto ad amici di Campo di Giove e ho scoperto che a quell’indirizzo abita una famiglia, che non ha mai messo in affitto la casa”.
Una truffa, insomma, che mostrava gli interni di una casa chissà di quale località e l’esterno di un edificio a Campo di Giove (proprio vicino alla scuola) dove il cartello “affittasi” non è mai stato apposto.
“Ho mandato i risultati delle mie ricerche alla presunta proprietaria dell’appartamento – continua la donna – e di tutta risposta mi ha bloccata”.
Il profilo e l’annuncio sono stati subito segnalati al gruppo e la truffatrice messa alla gogna, in attesa che le autorità riescano a fare luce sulla vicenda e magari a fermare la finta proprietaria che, di certo, riproporrà le stesse foto e lo stesso affare da qualche altra parte, cambiando magari solo l’indirizzo su Google Map.
Meglio verificare che non si tratti di qualcuno che vende “la fontana di Trevi”.
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