Una storia di quelle a lieto fine, che parla di un legame autentico tra uomo e natura, di chi ogni giorno sceglie, nonostante qualche piccolo problema, la meraviglia dei luoghi, di fauna e flora. Una storia che ci arriva come una favola e testimonia la felice e possibile convivenza tra uomo e animali selvatici.
Loro sono Antonella, Pietro e Jacopo di 11 anni, una famiglia, quella dei Tronca, che vive nel Parco regionale del Sirente, a Tione degli Abruzzi una frazione di Goriano Valli e che senza pensarci due volte, ha offerto ristoro e calore ad un vecchio cervo malato, adottandolo per tutti i giorni necessari prima che l’animale riacquistasse le forze per tornare in natura.
Un cervo divenuto nel tempo una presenza fissa a casa dei Tronca, da quattro anni infatti tra i tanti animali che si avvicendano in incursioni nel loro giardino, c’è anche l’anziano cervo dal corno ormai fragile, che in un salto affaticato ma elegante entra nell’orto aggirandosi e mangiando, tutte le estati fino a novembre a conclusione della stagione degli amori.
Era già qualche giorno che mancava all’appuntamento seppur fugace nel giardino della famiglia di Tione degli Abruzzi, lo scorso venerdì però Antonella e Pietro hanno ricevuto una chiamata, “un animale era stato rinvenuto a terra immobile, a pochi passi dal nostro giardino”. Subito la corsa e la chiamata ai forestali del Parco e al personale veterinario per intervenire velocemente. L’animale è stato soccorso e sottoposto ad analisi e cure ma un problema di tipo neurologico impediva di muovere gli arti inferiori.
Una situazione abbastanza critica perché le cure senza un periodo di controllo e riposo non sarebbero bastate e la sopravvivenza dell’animale avrebbe potuto essere seriamente a rischio. Era necessario il tempestivo ricovero in una struttura specifica, ma i veterinari non avevano a disposizione il mezzo di trasporto adeguato né, al momento, un luogo a cui destinarlo. Ecco così la scelta di pancia e di cuore di Antonella Laurenzi e Pietro Tronca di portarlo a casa e adagiarlo lì in uno di quei solchi che lo stesso cervo aveva fatto nelle sue visite. Come ad un membro della famiglia che si rispetti sono toccate attenzioni e premure, è stato accudito, monitorato, 30 litri di acqua la giorno, una buona quantità di mele, fieno, contatto e cuore. Una convivenza quasi 24 ore su 24 che ha visto il piccolo Jacopo in prima linea per il cervo, preoccupato per il suo stato di salute tanto che ogni volta che prendeva il pulmino per la scuola confessava alla mamma i suoi timori e le sue speranze nella lotta del cervo con la vita. Un rapporto empatico “che riesci a comprendere solo quando lo vivi”. Lunedì sera il Parco Majella ha disposto un mezzo idoneo al trasporto dell’animale, dopo alcune ore il cervo è stato posizionato e trasferito in un centro faunistico sottoposto alle cure e controlli, ora sta meglio e sarà presto messo in libertà.
Una storia che ci appare straordinaria ma che per la famiglia Tronca è di ordinaria convivenza e naturale amicizia con gli animali selvatici. Forse perché la cronaca, ricorda Antonella, spesso ci ha abituato ad un lato triste, violento, il riferimento è ai crimini vergognosi come il bracconaggio, di chi uccide, scuoia animali selvatici senza pietà, impossibile non dimenticare poi gli incendi dello scorso agosto che hanno non poco destabilizzato il sistema natura e le sensibilità degli animali.
“Noi abbiamo scelto questi luoghi, che sono i luoghi della fauna selvatica, la loro casa, certo non mancano incursioni di cinghiali e per alcuni aspetti vivere qui può avere degli svantaggi rispetto alla città ma per noi sono tanti i vantaggi, il contatto diretto con la natura, ogni giorno scegliamo di vivere all’interno di un parco”. Antonella e la sua famiglia non potrebbero vivere altrove, questa esperienza di tre giorni a stretto contatto con il cervo li ha arricchiti nel profondo. Insomma non un film ambientato nelle Alpi svizzere, ma una favola vera a pochi chilometri dalla nostra città, che ci consegna la fotografia di una convivenza serena e possibile, quella tra uomo e animali selvatici, oltre la paura e i bracconieri.
Anna Spinosa
Questa storia del cervo curato, e amato come Dio comanda, e stata una esperienza bellissima…
Complimenti a questa meravigliosa famiglia, di grandissimo esempio di civiltà e amore verso gli animali e la natura… Grazie tante …..