Addizionale Irpef, Di Marco: “Oltraggiose le giustificazioni della Verì”

“È ora di fare qualcosa, ritirare questa scellerata proposta di legge ad esempio e mettersi finalmente nei panni scomodi della gente comune, che non può pagare per una sanità che non funziona”. Con queste parole il consigliere regionale PD Antonio Di Marco sull’aumento dell’Irpef proposto dalla giunta Marsilio e sulle giustificazioni rese nei giorni scorso dall’assessora Nicoletta Verì.

“Dopo la notizia delle tasse, leggere l’assessora Verì che per giustificare la stangata sul ceto medio abruzzese dice che a produrre il deficit sono state le assunzioni di personale e l’aumento dei farmaci e non l’inefficacia della governance del comparto è un altro oltraggio alla comunità” dichiara Di Marco sottolineando che l’aumento dell’addizionale Irpef rappresenta “uno schiaffo per ognuno del 120.000 abruzzesi che ogni giorno rinunciano a curarsi perché non hanno soldi, per gli oltre 60.000 senza medico di base, per chi staziona giorni sulle barelle del pronto soccorso di uno qualsiasi dei nostri ospedali aspettando di essere preso in carico, per chi è rimasto senza farmaci salva vita perché le farmacie ospedaliere ne erano sprovviste, per chi si sente dire dai Cup che la visita che deve fare, anche se urgente, potrà farla fra mesi e per chi per curarsi fugge fuori o si rivolge al privato”.

Una situazione molto diversa da quella esistente in Abruzzo nel 2016 quando, ricorda il consigliere del partito democratico “grazie alla positiva azione del governo di centrosinistra, la nostra regione era uscita da un commissariamento verso cui, inevitabilmente, si sta andando, visto il deficit crescente anche per il 2024 e che aveva risorse e progetti per evolversi che il centrodestra non ha portato avanti”. Di tutto ciò la colpa, aggiunge Di Marco “non è del destino crudele, ma dell’inerzia di un esecutivo che non considera la realtà delle persone e che, pur avendo avuto una montagna di fondi in più anche a causa del Covid, non ha saputo usarli” come confermano i tavoli di monitoraggio del Governo dove la nostra regione viene “pesantemente castigata”.

Imbarazzanti, a detta di Di Marco, le parole dell’assessora Verì che “scarica le inefficienze dell’esecutivo regionale su un’azione che avrebbe persino dovuto migliorare la sanità territoriale, andando a ripianare organici ridotti all’osso e male organizzati nei sei anni di Marsilio”. E, ad aggravare la situazione, l’assenza di compattezza su una riforma fiscale che vede “fioccare emendamenti da ogni parte alleata”; da Verrecchia e D’Addazio di Fratelli d’Italia che dicono di voler tutelare i meno abbienti a Di Matteo con l’onorevole Pagano per Forza Italia fino alla Lega che “addirittura annuncia che sta lavorando a un piano industriale per migliorare la sanità, ammettendo così che non funziona” oltre alle distanze prese da Noi Moderati che addirittura chiede un cambio strutturale della sanità.

“Basta bugie – continua Di Marco – non è pensabile che una regione uscita dal commissariamento ci rientri perché non ha saputo programmare prestazioni e servizi” come conferma la classifica dei LEA che vede l’Abruzzo al terzultimo posto nazionale per servizi sensibili quali la prevenzione e sanità dei territori. “Non è colpa del PD” conclude il consigliere regionale Antonio Di Marco ricordando che “con il centrosinistra al governo i parametri della sanità erano tutti buoni. La sanità si è ammalata con la destra e rischia sempre più grosso: le bugie raccontate sono state tante, ognuna peggiore della precedente”.

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