Circa metà degli abruzzesi che beneficiano del Reddito di Cittadinanza rischiano di vede svanire il sussidio dal prossimo agosto. Una misura adottata dal decreto approvato nella giornata di ieri dal Governo guidato da Giorgia Meloni. A dire addio al Reddito saranno 15.400 abruzzesi sui 32.837 beneficiari. Circa sedicimila abruzzesi percettori di RDC, infatti, sono considerati occupabili per l’unico motivo di essere under 60.
Motivo per il quale dovranno dire addio a buona parte del sussidio, ricevendo un sostegno ridotto (350 euro al mese in caso di famigli con un un unico componente), che verrà elargito solo nei mesi in cui seguiranno corsi di formazione (al momento fermi al palo in Regione) o saranno impegnati in attività socialmente utili.
Insomma, una scossa dal punto di vista economico e sociale che di certo non risplende, data la precarietà del mercato del lavoro all’interno dei confini regionali. “E’ necessario che da subito Regione, comuni ed enti locali attivino dei percorsi che evitino di far cadere nell’assoluta indigenza migliaia di famiglie – scrivono Carmine Ranieri e Mirco D’Ignazio, rispettivamente segretario generale e coordinatore regionale Cgil Abruzzo e Molise -. Misure peraltro sicuramente insufficiente considerati gli importi a disposizione e che dovrebbero quindi aprire una riflessione tra gli amministratori locali affinché i propri rappresentanti cambino la misura in Parlamento rispondendo a quelle che sono davvero le esigenze sociali dei territori”.
“Da tempo – proseguono i rappresentanti della Cgil – denunciamo che a non aver funzionato del reddito di cittadinanza è stata l’effettiva possibilità per i percettori di trovare un’occupazione, ma il forte taglio deciso dal Governo va nella direzione opposta: non è certo riducendo il sostegno ai più poveri che si generano posti di lavoro. Resta tra l’altro l’incognita di cosa accadrà a chi attualmente percepisce il reddito di cittadinanza ad integrazione di un reddito da lavoro povero (8.600 a marzo in Abruzzo) il cui stipendio non è sufficiente per vivere e che da agosto potrebbero essere condannati alla povertà pur lavorando”.
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