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Un bacio alla “tata” Bruna che la accudiva da 14 anni, uno sguardo verso l’alto a prefigurarsi quel “bel paradiso eterno” che pure agognava e poi gli occhi che si sono chiusi, dopo tanto tempo e tanti anni. Centonove, la più anziana d’Abruzzo, Giuseppina Patriarca, da tutti conosciuta come nonna Giusi, ieri ha perso il suo primato ed è passata ad altra vita. O almeno, di questo era fermamente convinta, come cattolica e cristiana praticante, donna di scuola e di cuore, insignita poco più di un anno fa del titolo di Commendatore della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella.
Un simbolo e un esempio non solo di longevità, ma anche di dedizione al lavoro (mai un’assenza nel lungo periodo di insegnamento) e di valori solidi: l’accoglienza per gli stranieri, il sostegno ai diversamente abili, l’impegno, in particolare, per aiutare chi era stato colpito dalla poliomielite.
Nata il 6 novembre del 1915, nonna Giusi ha insegnato fino al 1976 al Cotugno dell’Aquila, città da cui proveniva e che lasciò nel 2009, dopo il terremoto, per trasferirsi a Sulmona, dove è rimasta fino a ieri sera.
L’affetto e l’amore che aveva seminato in vita si leggeva dagli abbracci e dai racconti dei suoi allievi, i più giovani ormai ultra cinquantenni, che lo scorso anno erano venuti a Sulmona per omaggiarla e che lei, uno ad uno, aveva ricordato per nome.
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