Abruzzo, questione di Pil: parlano le variazioni

L’interrogativo non si è mai spento, “L’Abruzzo ha agganciato la ripresa?” A rispondere il professor Ronci che attraverso le osservazioni, dati e andamenti, riporta le variazioni percentuali del Pil abruzzese. La Svimez lo scorso 28 luglio fissava le variazioni percentuali del Prodotto interno lordo regionale negli anni 2014, 2015 e 2016 rispettivamente nelle misure di meno 1,4%, più 2,1% e meno 0,2%  mentre l’Istat  lo scorso 20 dicembre per gli stessi anni ha assegnato variazioni di meno 0,9%, più 0,6% e più 0,2%.

Dunque l’Istat parla di variazione percentuale del Pil Abruzzo nel 2016 di più 0,2% un positivo che non ha nulla da festeggiare “è il sesto peggior risultato a livello nazionale;  pari ad un quarto della crescita del  Mezzogiorno e meno di un quarto della crescita Italiana.

Da uno storico del Pil vediamo che al31 dicembre 2013  il valore ammontava a 30 miliardi e 50 milioni mentre al 31 dicembre 2016 si passava a un Pil pari a 30 miliardi e 18 milioni registrando una flessione di 32 milioni. Secondo i dati Svimez le variazioni cumulate del Prodotto interno lordo dal 2014 al 2016 per l’Abruzzo, per l’Italia e per il Mezzogiorno sono state rispettivamente più 0,5%, più 1,8% e più 0,8%, mentre secondo i dati Istat si registrava meno 0,1%, più 2% e più 1,6%, peggiorando il dato Abruzzese e migliorando sia il dato Italiano che quello del mezzogiorno.

Insomma la flessione percentuale cumulata di meno 0,1% fa segnare all’Abruzzo uno spread negativo rispetto all’Italia di 2,1 punti percentuali e rispetto al Mezzogiorno di 1,7 punti percentuali.

Prendendo invece la variazione percentuale Istat, cumulata del Pil dal 2016 di meno 0,1%, siamo di fronte al terzo peggior risultato a livello nazionale, in controtendenza sia con il dato del Mezzogiorno che cresce di più 1,6% che con quello Italiano che aumenta di più 2%.

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