Più che goccia che fa traboccare il vaso qui si rischia di rimanere prosciugati nel vero senso della parola. L’Abruzzo porta con sé un primato negativo per quanto riguarda il trasporto dell’acqua nella rete idrica regionale: ben il 56% dell’acqua, infatti, non arriva a destinazione. Sono questi i dati riportati dall’Istat prendendo a riferimento il biennio 2018-2020.
La regione abruzzese è la peggiore non solo del Centro Italia, dove il problema è più serio rispetto ad altre latitudini, ma dell’intera penisola. L’Umbria ne perde il 55%, il Lazio il 53% mentre le isole si attestano al 51% di perdi d’acqua. La provincia peggiore, però, non è Abruzzese. Infatti nel frusinate ben l’80% dell’acqua non arriva a destinazione. Seguono a ruota la provincia di Latina e, poi, quella di Chieti (74,7%) e L’Aquila (69%).
Nel 2018, per garantire il livello di consumo, sono immessi in rete 8,2 miliardi di metri cubi, a fronte dei 4,7 erogati per usi autorizzati. La percentuale di perdite idriche totali della rete nazionale di distribuzione dell’acqua potabile è del 42,0%: ogni 100 litri immessi nel sistema, ben 42 non sono consegnati agli utenti finali. Per le cattive condizioni dell’infrastruttura idrica si disperdono 3,4 miliardi di metri cubi: 156 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo giornaliero pro capite di 215 litri (valore nazionale), le perdite potrebbero garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno.
C’è poi chi lamenta irregolarità nell’erogazione dell’acqua. Il 17% delle famiglie abruzzesi denunciano questo problema, facendo classificare terza la regione in questa speciale classifica dietro a Calabria e Sicilia. Non bastano nemmeno le falde acquifere abruzzesi per invogliare le persone a bere l’acqua del proprio rubinetto. Infatti ben il 31% delle famiglie dell’Abruzzo non si fidano di bere l’acqua che scorre attraverso la rete idrica.
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