Quattro nel teramano, due nel pescarese e due nel chietino: otto vittime sul lavoro nei primi quattro mesi dell’anno. L’Abruzzo si piazza come terza regione in Italia dove c’è stato il maggior numero di vittime sul lavoro in proporzione con gli occupati.
Un dato preoccupante che restituisce alla nostra regione una maglia sporca di sangue e che richiede, urgenti, provvedimenti sulla sicurezza, i controlli e la formazione.
Nel teramano, in particolare, i numeri sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con un indice di incremento (calcolato su milione di occupati) del 32,7 che fa della provincia a nord d’Abruzzo la seconda in Italia per incidenza di morti bianche.
Pescara si piazza invece al 21esimo posto nella classifica provinciale nazionale e Chieti al 23esimo.
Unica eccezione è la provincia dell’Aquila dove fino ad aprile scorso non ci sono state vittime e che contribuisce a migliorare, si fa per dire, la posizione dell’Abruzzo nella triste classica nazionale.
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