Non basterà molto probabilmente la decisione del prefetto di “commissariare” la ditta appaltatrice dei lavori, la Edil.Co., coinvolta con i suoi proprietari e l’ex responsabile del procedimento del Mibact nell’inchiesta della procura dell’Aquila sullo scambio di favori nell’appalto: per l’Abbazia Celestiniana di Sulmona, infatti, si apre un grosso punto interrogativo per l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza.
La stessa Edil.Co., infatti, ha comunicato al Mibact il 22 maggio scorso la sua decisione di mollare ovvero di rinunciare all’appalto e questo al fine di alleggerire la posizione dei due imputati della sua azienda, l’ex amministratore delegato Antonio Loiudice e il figlio Graziantonio. I due, infatti, arrestati nel luglio scorso e imputati insieme al responsabile del procedimento Berardino Di Vincenzo e il figlio Giancarlo, hanno ottenuto la misura dell’obbligo di firma (anziché gli arresti domiciliari) rinunciando ai loro ruoli nell’azienda e comunicando al Mibact la rinuncia all’appalto. Passaggio, tuttavia, non ritenuto sufficiente tanto dall’Anac, quanto dal prefetto, a cui l’Anac aveva chiesto, ed ora ha ottenuto, di applicare all’azienda la misura del sostegno e monitoraggio all’impresa. In pratica il prefetto ha nominato un tutor, Emanuele Colonna, con il compito di rimettere ordine e legalità nell’azienda, cosa che secondo l’autorità non è garantita dall’organigramma della ditta stessa che vede soci e attuali amministratori legati tra loro da vincolo di parentela. Insomma i Loiudice potrebbero continuare ad influire e controllare la gestione della società.
I quattro sono accusati di aver in qualche modo pilotato l’appalto attraverso un “ribasso concordato” per far vincere la gara alla Edil.Co. e l’impegno da parte dell’ex rup Di Vincenzo di fargli recuperare quanto sottratto in fase di gara attraverso varianti d’opera “concordate” (una addirittura retrodatata da Di Vincenzo dopo che era andato in pensione) e questo in cambio di incarichi progettuali per il figlio Giancarlo. Della serie c’ho famiglia, insomma.
I lavori, dal valore di 1,5 milioni di euro circa che la Edil.Co. si era aggiudicata con un ribasso del 27%, sono stati così sospesi: il campanile ingabbiato e il cortile dei nobili del monumentale edificio della Badia ancora fermo. E non si sa, nessuno sembra saperlo neanche al Mibact, quando e se questi lavori riprenderanno.
L’unico appalto del Masterplan per Sulmona, dal valore di 12 milioni di euro, insomma, resta sospeso in attesa di una schiarita giudiziaria e operativa. Non è chiaro, infatti, se il Mibact accetterà la rescissione del contratto della Edil.Co. o ancora se il tutor nominato vorrà ripensarci. Né se quel che resta da fare sarà scalato dalla graduatoria della gara o se si dovrà procedere ad un nuovo appalto.
Hanno provveduto ad un ribasso del 27% per porre in opera nella Basilica S.Spirito un “gres” come pavimentazione ed a Sulmona c’è chi ha difeso tale scelta ” opera come da capitolato”!! .Era prevedibile l’esito finale, solo guardando quel manufatto, a conferma dell’ abbandono dei Monumenti da parte dell’ Amministrazione Civica di Sulmona.