Che forse la firma di oggi possa rappresentare davvero una svolta per l’Abbazia Celestiniana? La speranza, ovviamente, è questa e un piccolo passetto avanti è stato fatto con la sottoscrizione, presso la sede della Giunta regionale dell’Aquila, dell’accordo per definire la “governance” di “Spirito d’Abruzzo” ossia il mega progetto di valorizzazione del complesso. Convenzione sottoscritta tra Comune di Sulmona, Regione e Mibact che vale ben 12 milioni di euro, quelli del famoso Masterplan Abruzzo di dalfonsoniana memoria e arrivati, per ora, solo in parte. Inizialmente si trattava di 12 milioni, poi arrivati a 13 di cui 1 già utilizzato per la sistemazione del Cortile dei Nobili e campanile, interventi rimasti al palo a seguito di un’inchiesta giudiziaria.
Ora, da come riporta il sindaco di Sulmona Annamaria Casini, dei 12 milioni ne sono stati siglati in tutto 9: “Gli ulteriori 3 milioni, come è stato garantito dalla Regione, arriveranno nella prossima primavera” fa sapere tramite un post Facebook. In tutto questo al Comune di Sulmona spetta il “ruolo di coordinamento strategico e di verifica della efficacia dell’intervento che avrà un impatto importante sullo sviluppo culturale, turistico ed economico di tutta l’area peligna”, mentre al Mibact quello di curarne la ristrutturazione e valorizzazione. L’idea della prima cittadina è quella di “un tavolo con gli attori principali e il territorio, al fine di valutare le diverse proposte che negli anni sono state presentate e per definire l’insieme degli interventi”.
Non si dimenticano, ad esempio, le “visioni” dell’allora presidente del Parco Nazionale della Majella, Franco Iezzi, che prima voleva farne un centro spirituale, sull’onda dell’eremitismo che ha caratterizzato le montagne della Maiella e del Morrone, e che poi ha proposto una “vetrina turistica e multiservizi” dell’intero territorio abruzzese che prende proprio il nome di “Spirito d’Abruzzo”.
Che l’Abbazia sia “un prezioso complesso monumentale” e “centro nevralgico di un’area più ampia”, come ricorda la Casini, è una considerazione indubbia. Il particolare, la variante proposta dalla prima cittadina, tuttavia, interessa anche le altre emergenze architettoniche che si trovano nel prestigioso quadrilatero della Badia: eremo di Sant’Onofrio, Tempio di Ercole Curino e Campo 78, territorio che in pochissimi chilometri racchiude i racconti di un’intensa storia e la prospettiva di lavorare su diverse tipologie di turismo.
Il rilancio auspicato in questo caso, dunque, comprende una riqualificazione complessiva e necessaria. Non è di molto tempo fa l’attacco vandalico alle vetrate del tempio, mentre le baracche che ospitarono i prigionieri del campo di concentramento di Fonte d’Amore, poi Campo 78, sono a rischio crollo. La proposta di “un sistema integrato di interesse internazionale” della Casini pare sia stata accolta dal resto dei firmatari. Che il silenzio dell’Abbazia sia davvero in procinto di cessare?
Simona Pace
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