La campagna elettorale continua a colpi di nomi altisonanti e figure nazionali. Così per il Pd scenderà in campo, oggi alle 18 presso l’aula consiliare di Palazzo San Francesco a Sulmona, l’ex ministro degli Interno Marco Minniti.
“Si tratta di un’occasione di straordinaria importanza-spiega il Pd di Sulmona per avviare una attenta riflessione sulle politiche migratorie che riguardano il nostro Paese e per mettere a nudo i limiti e la incapacità dell’attuale Ministro Salvini che finora ha fatto registrare una serie di insuccessi al Governo italiano e lacerato oltre che l’immagine complessiva dell’Italia all’estero anche il tessuto sociale al Paese”.
Intanto ieri sera è stato inaugurato dal Candidato Presidente del Centrosinistra alla Regione Giovanni Legnini il Comitato elettorale del Pd ubicato in piazza XX Settembre. Presenti anche i candidati nella lista del Pd Antonio Di Rienzo, Valentina Di Benedetto, il Segretario provinciale Francesco Piacente, il Segretario cittadino Sergio Dante, Consiglieri comunali, iscritti e simpatizzanti del Partito. “Legnini nell’occasione ha spiegato le ragioni e gli obiettivi del progetto all’interno del quale la città di Sulmona e l’intero Centro Abruzzo sono chiamati a svolgere un ruolo di primo piano per riportare questo territorio al centro della politica abruzzese e per avviare una fase nuova di programmazione capace di puntare sul rilancio delle zone interne, la cultura, il turismo e soprattutto la coesione territoriale”.
Ma se fosse vero ciò che dichiara Legnini, circa l’importanza che avrà Sulmona e tutto il Centro Abruzzo, perché non spiega i motivi che hanno portato a così tanti candidati del territorio in aria centro sinistra. Crede che tutti questi possano davvero concorrere ai posti in consiglio? E quanti abitanti pensa risiedano ancora in queste zone? Non sarà invece che come sempre si tenta il gioco delle tre campanelle per far abboccare ancora una volta chi spera in un cambiamento di rotta senza dover per forza allinearsi a chi alimenta solo sentimenti di pancia? Per una vera rivoluzione basterebbe perseguire anche solo una vera “trasparenza”.