Sancita di qua e di là, domani l’incompatiilità sarà definitiva con la prima seduta di Palazzo Madama . Il “bipolarismo” di Luciano D’alfonso ha le ore contate, impossibile essere presidente di Regione e senatore insieme. Per il Movimento 5 Stelle abruzzese diventa fondamentale sciogliere il Consiglio regionale e tornare alle urne entro tre mesi, così una segnalazione ha raggiunto la Giunta per le Elezioni, presieduta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio, perchè oltre non si può andare. Lo stesso vale per il neo deputato Camillo D’Alessandro.
Niente “fanta-diritto” per i consiglieri pentastellati che vogliono la normativa applicata e che l’incompatibilità venga definitivamente sancita, ancor di più perchè per D’alfonso il poco più del 13% ottenuto alle scorse elezioni si traduce in una bocciatura da parte del popolo abruzzese. “Dal momento che siamo consci che il presidente-senatore non rispetterà la volontà popolare e non si dimetterà autonomamente- scrivono Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi e Gianluca Ranieri- chiediamo oggi al presidente del consiglio di convocare la Giunta per le elezioni al fine di prendere atto e dichiarare l’incompatibilità dei neo eletti e, quindi, decretare la fine di questa legislatura”.
Una procedura autonoma rispetto a quella parlamentare che si ritrova nell’articolo 4 della legge regionale 51/2004, che si rifà all’art. 122 della Costituzione. A livello amministrativo, in pratica, in caso di incompatibilità il Consiglio la contesta ed il consigliere ha dieci giorni di tempo per rispondere, poi si passa alla delibera definitiva mettendo “l’incompatibile” di fronte ad una scelta, quale poltrona insomma. Altrimenti un’altra deliberazione ne notificherà la decadenza. Si apre così la fase di scioglimento del Consiglio, perchè nessuno può prendere il posto di un presidente eletto a suffragio universale, e nuove elezioni.
“E’ per questa ragione che anche le dichiarazioni del Vice Presidente Lolli ci lasciano interdetti come, del resto, tutte le dichiarazioni di coloro che insistono a parlare di rimpasti di giunta e/o di rilancio dell’azione di governo dell’ultimo anno” commentano i cosiglieri. In pratica il massimo che la Regione potrà fare è limitato “agli interventi che si rendono dovuti in base agli impegni derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea, a disposizioni costituzionali o legislative statali o che, comunque, presentano il carattere dell’urgenza e necessità. L’urgenza e la necessità sono espressamente dichiarate ed adeguatamente motivate con riferimento alle situazioni di estrema gravità che esigono interventi immediati ed improcrastinabili, la cui adozione non può essere rinviata senza arrecare grave danno per gli interessi affidati alle cura della Regione”. Dovrà essere Lolli, in qualità di vice, ad indire nuove elezioni.
“Qualunque azione al di fuori di quanto espressamente previsto dalla norme, dovrà essere considerato illegittimo e sarà da noi sottoposto al vaglio di ogni autorità e istituzione competente” concludono i pentastellati probabilmente consci che affrettare il prossimo giro potrebbe tradursi per loro in una nuova fase regionale non nell’opposizione. A meno che D’Alfonso ci ripensi.
S.P.
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