La delibera risale al 28 luglio del 2015: due anni e quattro mesi per intitolare una piazza a Carlo Autiero non sono stati sufficienti al Comune di Sulmona. C’è la delibera, l’autorizzazione del prefetto, persino la targa già piazzata e coperta da uno macabro bustone nero dell’immondizia. Ma niente, per tirarla giù, il sindaco o chi per lei non trovano tempo. La piazza è quella tra via Cappuccini e palazzo Portoghesi, quello che ospitava l’Agenzia di promozione culturale: uno spazio che, fino a maggio scorso, aveva un senso, per la caratura culturale di Carluccio. Il comunista, il partigiano, uno dei padri della politica nel dopoguerra per Sulmona e non solo.
Per lui non c’è stata abbastanza attenzione, interesse, celerità; non quanto quella riservata, ad esempio, al piazzale davanti al carcere di via Lamaccio che domani verrà intitolato alle vittime del dovere. Un’intitolazione lampo, questa, richiesta a giugno e autorizzata a fine ottobre. Come d’altronde è stato per la statua a Papa Ratzinger.
Per Carlo Autiero, invece, la pratica è aperta da due anni e quattro mesi, proposta allora da dodici consiglieri comunali, mica da un’associazione, e deliberata all’unanimità dalla giunta Ranalli.
E i motivi di quell’omaggio non sono proprio di secondo piano, perché in una città che troppo facilmente perde la memoria, è importante ricordare i suoi eroi, i personaggi che le hanno permesso di intestarsi una medaglia d’argento al valor militare.
Carlo Autiero, classe 1916, morto nel marzo del 2004, è stato infatti uno dei protagonisti della liberazione, organizzatore e militante di quella rete di protezione di partigiani che Sulmona creò sul finire della guerra. L’8 settembre del 1943 Carluccio rifiutò il richiamo alle armi e si mise a disposizione dei partigiani. Con lui Mario Scocco, Roberto Cicerone, Vincenzo Pistilli, Amedeo Liberatore e poi ancora Guido Calogero e Carlo Azeglio Ciampi con il quale, nel marzo del 1944, attraversò la Majella lungo il sentiero della libertà che li portò nell’Italia liberata. Da qui raggiunse Bari dove si mise a disposizione del comandi inglese e dove condusse l’ultimo attacco al regime nazi-fascista.
Poi a partire dagli anni ‘50 si dedica alla vita politica, aderendo al Partito Comunista Italiano, sotto la bandiera del quale venne eletto come consigliere provinciale prima e come consigliere comunale a Sulmona poi, ininterrottamente fino al 1988.
Per lui diversi riconoscimenti internazionali e quell’abbraccio nel 2001 con il suo amico di traversata Carlo Azeglio Ciampi, al tempo Presidente della Repubblica che a Sulmona venne proprio per inaugurare il Freedom Trail.
Un personaggio di grande spessore, forse troppo per una città dove la memoria è persa.
Chi non ricorda la piazza Garibaldi stracolma per l’inugurazione del I° Sentiero della libertà, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che da giovane lo aveva percorso con Carlo Autiero e il fratello Oscar. Per unirsi agli Alleati e continuare la guerra contro i nazifascisti.
Nel 2001, aveva regalato al liceo scientifico E. Fermi gli appunti sulla traversata che diverranno un libro pubblicato dalla Laterza nel 2003
Quando si scrive di storia bisogna essere veritieri, altrimenti si toglie credibilità a chi le battaglie le ha veramente fatte. A Sulmona non ci sono stati partigiani, se con questo nome si definiscono coloro che hanno combattuto armi in pugno contro i tedeschi. Da noi C’è stata quella che abbiamo chiamata resistenza umanitaria. QUELLA CHE AIUTAVA I PRIGIONIERI FUGGIASCHI DAI CAMPI DI Concentramento, DA NOI QUELLO DELLA BADIA