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Di Bartolo, quali sono le sfide che attendono la Valle Peligna e più in generale l’Abruzzo interno nei prossimi 5 anni?
Sono sfide vitali, dobbiamo arginare lo spopolamento ed è possibile farlo solo rivitalizzando il tessuto economico e rendendo fruibile il territorio.
In concreto?
La parola d’ordine è mettere a sistema. Bisogna iniziare dalle attività produttive rimaste e fare in modo che cooperino tra loro, secondo i modelli consortili emiliani e del nord est, bisogna mettere a sistema il territorio con strumenti urbanistici integrati tra le varie municipalità avvinte dalla stessa identità territoriale, che disegnino la destinazione urbanistica del territorio, secondo la vocazione delle aree. Bisogna istituire un SUAP unico peligno che gestisca anche l’attività promozionale, per fare in modo che la ZES non resti l’ennesima occasione bruciata. Bisogna aprirsi alle infrastrutture.
Ritiene che possa esservi compatibilità tra gli interventi infrastrutturali e la vocazione turistico ambientale perseguita negli ultimi 20 anni?
Non solo, credo che vi sia complementarità: è impensabile un settore turistico competitivo se resta difficile da raggiungerci. Il punto di equilibrio lo deve trovare la politica con gli strumenti urbanistici, senza i quali la tutela dell’ambiente diventa un concetto vuoto e lo sfruttamento del suolo un appannaggio degli interessi privati: i parchi fotovoltaici, così come le antenne, se non calate con intelligenza e nell’interesse della collettività nel territorio, diventano detrattori ambientali.
A proposito di strumenti urbanistici, la Regione Abruzzo ha approvato la nuova legge sul governo del territorio, cosa ne pensa?
Un vero pasticcio. Ne va differita l’entrata in vigore e nel frattempo modificata nel profondo. Non puoi affermare di perseguire l’obiettivo del consumo zero di territorio e poi imponi ai Comuni di adottare strumenti urbanistici che hanno come punto di riferimento IL QRR regionale del 2000, di natura espansionistica. Non puoi imporre limiti condivisibili al consumo di terreno agricolo e non adotti gli strumenti necessari a limitare l’edificazione indiscriminata di parchi fotovoltaici.
Che ruolo può avere la cultura nello sviluppo della Valle Peligna?
Fondamentale, però dobbiamo cambiare passo. La Regione deve individuare delle iniziative ed inserirle nel FUS, affinché possa esservi programmazione e non solo meritevole spontaneismo. Dopodiché il settore va sottratto al clientelismo: la Regione deve imporre alle Fondazioni delle Casse di Risparmio Provinciali dei criteri oggettivi per la ridistribuzione dei fondi, che valorizzino la qualità.
Di Bartolo perché un elettore dovrebbe votarla?
La risposta è nell’intervista. Grazie.
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