Si sono dati appuntamento il prossimo 22 febbraio alle ore 10 davanti alla direzione generale della ASL a L’Aquila per manifestare a difesa dei Nuclei di Cure Primarie le sigle sindacali FIMM, SMI, SNAMI e CGIL a conclusione dell’assemblea pubblica svoltasi ieri nel capoluogo regionale.
Alla presenza di rappresentanti istituzionali, candidate e candidati alle prossime elezioni regionali e di tanti cittadini le associazioni sindacali dei medici di medicina generale hanno chiesto ai presenti di assumere impegni concreti “partendo dalla modifica di tutti gli atti di programmazione che impediscono di fatto la sostituzione dei medici in quiescenza”. Come avviene nella altre ASL della regione dove “i subentri sono continui e con cadenza periodica” in modo da assicurare sempre lo stesso livello di assistenza e migliorare il servizio prestato ai pazienti.
Anche una garanzia per la continuità lavorativa che tenga conto del valore professionale e delle competenze acquisite da tutti coloro che operano in ambito sanitario tra le richieste dei medici intervenuti all’assemblea che, preoccupati di una situazione che spingerà i professionisti di medicina generale a scegliere di lavorare altrove, “sta impoverendo ulteriormente il tessuto sociale ed economico della nostra provincia” riporta il comunicato sindacale. Con l’inaccettabile conseguente sperequazione tra i territori regionali, in aperta violazione del diritto di equità e di accesso alle cure primarie.
Colpa dell’atteggiamento della Direzione Strategica della ASL Avezzano Sulmona L’Aquila che secondo i sindacati oltre ad impedire “la sopravvivenza delle associazioni dei medici, sta compromettendo la continuità del servizio sanitario e pregiudicando il diritto al lavoro del personale amministrativo ed infermieristico”.
Ancor più grave, prosegue il comunicato, la circostanza che della decisione assunta dalla Direzione Strategica “ne era a conoscenza tutta la compagine istituzionale” compreso il Comitato ristretto dei sindaci presieduto dal sindaco della città dell’Aquila. A testimonianza di tali affermazioni, proseguono le sigle sindacali, l’aver inserito tra gli obiettivi dell’atto di programmazione “Piano Strategico 2023-2025” anche “un’accurata azione di riduzione di contenimento dei costi derivanti dalle forme associative specie in tema di sostituzione nel NCP dei medici cessati”. Parole che “mortificano lavoratori e lavoratrici della nostra provincia oltre a pregiudicare il futuro delle giovani e dei giovani medici” recita il comunicato.
Un sistema socio sanitario integrato, coerente e funzionale basato sulla sinergia tra ospedali e medicina territoriale, questo in ultima analisi quanto richiesto dai medici di medicina generale che alle istituzioni chiedono anche un tavolo di confronto permanente sulla medicina territoriale e di prossimità.
Appuntamento dunque con la manifestazione del 22 febbraio a L’Aquila per continuare la battaglia “a garanzia delle lavoratrici e dei lavoratori e della continuità assistenziale”. Perché, proseguono i rappresentanti di FIMM, SMI, SNAMI e CGIL “non ci faremo togliere ciò che di diritto è nostro: lavoro e salute”
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