A distanza di oltre due anni e mezzo dal giorno in cui persero la vita Maurizio Tortola e Rossana Di Noia, si attende ancora giustizia. Lanciano un appello alla procura della Repubblica del tribunale di Sulmona i familiari delle vittime per arrivare, dopo tanto tempo, a chiudere le indagini preliminari e decidere in merito alla richiesta di rinvio a giudizio a carico dell’unico indagato, un quarantottenne di Campobasso.
Per accertare la verità sui tragici fatti accaduti il 4 luglio del 2021 lungo la strada statale Marsicana 83 dove i due giovani si stavano recando al lago di Villetta Barrea per una gita quando la Ducati guidata da Tortola e dove la Di Noia era trasportata si scontrò frontalmente con la Audi A4 guidata da A.D.R., 48enne di Campobasso. Deceduti in seguito ai politraumi gravissimi riportati a causa dell’impatto prima con l’auto e poi con l’asfalto, i due giovani hanno lasciato un vuoto sia nella comunità di Isernia dove la coppia viveva che in quella di Minervino Murge (provincia di Barletta Andria Trani) paese originario della famiglia della Di Noia.
Omicidio stradale, questa l’ipotesi di reato per il quale il conducente dell’auto, all’indomani dell’incidente è stato iscritto nel registro degli indagati dal pubblico ministero del tribunale di Sulmona Stefano Iafolla che aveva disposto l’autopsia sulle due salme incaricando l’anatomopatologo Ildo Polidoro. Da allora solo proroghe. La prima di sei mesi per la conclusione delle indagini preliminari chiesta dal PM Iafolla e la seconda chiesta il 26 agosto del 2022, alla scadenza dei termini, dal sostituto procuratore che ha successivamente acquisito il fascicolo, Edoardo Mariotti. Chiesta quest’ultima proroga per il deposito della consulenza tecnica cinematica che la procura aveva disposto per fare chiarezza su dinamica, cause e responsabilità del sinistro.
Tanti i solleciti di accesso gli atti per conoscere lo stato del procedimento avanzati dallo Studio 3A – Valore spa, società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini cui i congiunti delle vittime si sono rivolti per essere assistiti, unitamente all’avvocato Marco Bevilacqua del foro di Isernia; istanze alle quali non è stata ancora data nessuna risposta. Ad eccezione della conferma sulla causa di morte dei due giovani dovuta alle lesioni riportate dall’impatto con l’auto e della negatività delle vittime all’alcol e droghe.
Consapevoli “dei notevoli carichi di lavoro in rapporto all’organico” i familiari delle vittime non rinunciano a chiedere al tribunale di Sulmona di fare l’impossibile per arrivare ad avere una giustizia da troppo tempo attesa.
Commenta per primo! "Morti sulla strada, dopo due anni e mezzo le famiglie chiedono giustizia"