Si potrebbe azzardare il termine “poesica” per descrivere Suoni ulteriori, il nuovo libro del compositore sulmonese Paolo Cavallone. 46 testi poetici composti nell’arco di 24 anni oggi raccolti in un’opera capace di contrarre poesia e musica “arti che pur conservando le loro naturali caratteristiche si penetrano attraverso il suono e il ritmo, indistinguibili e imprescindibili l’una dall’altra”. Con la copertina tratta dall’opera Il vento dell’ovest della pittrice Emma D’Alessandro, il libro racchiude ciò che è “connaturato alla sensibilità di Cavallone, alla sua forma mentis”, quella “poesica” appunto che fa “divenire lui stesso la sua poesia / musica”.
Un libro frutto di una vita dedicata non solo alla composizione a partire dalla formazione musicale che Paolo Cavallone accompagna con una laurea in lettere conseguita all’università dell’Aquila, preludio alla “apertura di senso del suo pensiero compositivo” che lo porterà ad applicare il concetto di possibilità alla creazione musicale tanto da farne canone estetico di riferimento. Tante le collaborazioni importanti, dall’università di New York che lo vede collaboratore di ricerca alla Victoria University di Wellington in Nuova Zelanda dove è professore di orchestrazione. Titolare della cattedra di “elementi di composizione” al conservatorio “Vivaldi” di Alessandria, con lavori pubblicati da RAI com e Mep, nel 2022 riceve dalla Regione Abruzzo la prestigiosa onorificenza di Ambasciatore della cultura nel mondo.
Con la presentazione del giornalista e scrittore Giuseppe M. Gnagnarella e la prefazione del musicologo Renzo Cresti, il libro va ad arricchire una carriera già importante che fa del sulmonese Paolo Cavallone uno dei maggiori compositori di oggi. Capace di andare oltre la musica per incontrare quei Suoni ulteriori nascosti dietro le parole e scoprire che è difficile separare ciò che si forma insieme, musica e poesia, elementi che in Paolo Cavallone prendono contemporaneamente vita.
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