Abruzzo, morti sul lavoro in aumento del 58% nel 2023

Investimenti nella sicurezza, rispetto di leggi e contratti, maggiori controlli, lavoro stabile e sicuro e una adeguata formazione. Questi i temi di cui, secondo CGIL e INCA Abruzzo Molise, la politica locale e nazionale dovrebbero occuparsi, per porre un freno al numero delle morti sul lavoro che in Abruzzo nel 2023 ha raggiunto quota 36. In crescita di oltre il 58% rispetto alle 21 morti sul lavoro dello scorso anno, la nostra regione segna un’eccezione rispetto al trend generale che in Italia ha visto scendere il numero degli infortuni da 15.686 del 2022 a 12.112 del 2023.

Dei 36 incidenti occorsi in Abruzzo 31 sono avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa mentre 5 nel tragitto casa – lavoro e ad essere coinvolti lavoratori maschi di cui 28 di nazionalità italiana e 8 stranieri. Con 7 infortuni è l’edilizia il settore più pericoloso, seguito da quelli dell’industria chimica, dell’agricoltura e del commercio ciascuno dei quali ha fatto registrare 5 vittime. A livello provinciale le province di Teramo e Chieti hanno visto morire 13 lavoratori, quella di Pescara 8 e l’Aquilano 2.

Numeri che si discostano dalla generale tendenza alla diminuzione degli infortuni come riportato dall’INAIL che registra un calo del 23% con 442 morti sul lavoro in meno nella provincia dell’Aquila, 1.300 in quella di Teramo, 558 in quella di Chieti e 1235 in meno nel pescarese. Ad essere più colpiti i servizi sanitari che vedono negli ospedali e nelle case di cura il 20% degli infortuni, seguiti dall’edilizia con un 10% e dall’agricoltura con l’8%. Dati che inseriti nel panorama nazionale rendono il quadro complessivo a dir poco preoccupante con l’88% di infortuni avvenuti in azienda e il restante 12% in itinere per un totale di 7.236 uomini e 4.876 donne morti a causa del lavoro. Cifre troppo alte risultato delle “criticità e limiti del mondo del lavoro”. In Abruzzo come in Italia dove “sono sempre più le persone che muoiono sul lavoro e sempre più gravi gli incidenti che occorrono” fanno notare le sigle sindacali, nonostante le opportunità offerte dall’odierna tecnologia per migliori e più efficaci misure di sicurezza.

Alla politica si rivolgono i sindacati per chiedere “politiche nazionali e regionali che riducano la precarietà e le forme flessibili come i lavori a chiamata, somministrazione spinta, utilizzo crescente dei voucher e ricorso massiccio ai sub appalti”. Oltre a un rafforzamento del sistema dei controlli “per contrastare quelle imprese che non rispettano i dettami legislativi” e, per risparmiare, mettono in pericolo la vita e la salute dei lavoratori. E se da un lato le aziende dovrebbero garantire formazione e aggiornamento dei lavoratori in orario di lavoro, dall’altro occorre prevedere un sistema di “controlli annuali mirati in più ambiti” in esecuzione del “piano regionale di interventi come previsto dal Dl 81”.

1 Commento su "Abruzzo, morti sul lavoro in aumento del 58% nel 2023"

  1. L'Avanguardista | 1 Febbraio 2024 at 14:56 | Rispondi

    Perfette le prime due righe alle quali aggiungerei:
    -meno carte e scartoffie utili solo ai guadagni di chi le fà;
    -meno leggi, decreti, dpr, D.L., ecc…, che creano solo uno stato di confusione;
    -più cultura della sicurezza.

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