E’ una storia scolpita nella pietra e che inizia da lontano, quando nel dopoguerra una famiglia di scalpellini di Capistrello, Edoardo, i fratelli Adriano e Giacomo Stati e il cognato Riccardo Panza, prendono attrezzi e bagagli e si trasferiscono a Cassino per ricostruire l’Abbazia, luogo simbolo delle ferite della guerra su cui lo Stato investì al tempo dieci miliardi di lire. “La Marsica ha da sempre una tradizione di scalpellini e il lavoro da fare a Cassino non era facile, non era facile trovare chi sapesse lavorare quella pietra così dura – racconta Nico Stati, terza generazione nell’attività di famiglia -. Mio padre e mio zio intuirono le potenzialità di quel settore e con le mani sporche di polvere per aver appreso il mestiere da loro padre, trovarono subito un’alternativa per la materia prima, individuando sul posto cave di marmo perlato Coreno che poi è diventato il materiale su cui hanno fondato la loro fortuna. Non è una cosa così scontata saper scegliere i pezzi da una cava: bisogna avere una certa predisposizione, come Michelangelo che scavava le statue dai blocchi”.
L’ambizione dell’arte Nico Stati, a 56 anni, non se l’è tolta e non a caso, più del business, lo esaltano le sfide artistiche: quella che l’hanno portato a fare in scala una perfetta copia del David di Michelangelo, commissionata a mo’ di esempio di precisione dalla Intermark – azienda che fornisce le macchine da taglio – o come il corrimano in marmo Thassos (una pregiata pietra greca) realizzato su una scala elicoidale in una lussuosa villa al centro di Avezzano: “Un’opera enorme e di precisione che nessuno riusciva a fare – racconta – e costata solo per il corrimano circa 200mila euro”. Del lavoro di famiglia, d’altronde, si è innamorato a 22 anni, dopo aver lasciato gli studi di architettura e l’attività di musicista in giro per il mondo: “Il mio primo lavoro fu al teatro Orione di Roma – ricorda – ebbi la possibilità di confrontarmi con grandi professionisti e comprendere che l’arte potevo trovarla anche in questo lavoro”.
E dall’arte, in qualche modo, nasce anche la decisione di una sede a Sulmona dell’azienda che il padre, tornato da Cassino, aveva aperto a Tagliacozzo nel 1959: “E’ nato tutto un po’ per caso e grazie alla musica – racconta -. Suonavo la fisarmonica in gruppo folkloristico abruzzese e conobbi per questa passione Peppino Ranalli (quello che poi sarebbe diventato sindaco di Sulmona, ndr). Da una chiacchierata con lui, che si era appena laureato, venne lo spunto per aprire un’esposizione a Sulmona, sul ponte Capograssi. Un piccolo negozio gestito da mia moglie, Emanuela (Chiapparelli) che oggi gestisce la contabilità dell’azienda e da dove è partito tutto: Sulmona è la città dove si vive meglio al mondo, e lo dico da Marsicano”. Il mercato era libero e Nico Stati pronto a camminare con le sue gambe: nel 1995 si trasferisce a Sulmona e dopo un po’ costruisce un capannone in via Lamaccio, nella zona artigianale.
“La svolta è arrivata a partire dai primi anni Duemila – ricorda -: grazie ad un finanziamento pubblico ho acquistato una macchina CNC (computer numerical controlled) che ha trasformato il nostro lavoro, dove comunque la manualità ha ancora tanta importanza”. Sulla tecnologia Nico Stati è stato sempre al passo: “Ogni due o tre anni cambiamo le macchine con investimenti importanti – spiega – oggi abbiamo macchine a sei assi che permettono tagli di estrema difficoltà e precisione. Ci avvaliamo anche di finanziamenti pubblici, ottenuti grazie a Sviluppo Impresa Consulting che è un gruppo di giovani molto preparato, ma rispetto a quanto rimesso sul mercato bisogna dire che sono stati soldi pubblici ben investiti”.
Oggi la Marmi Stati è una delle aziende più quotate nel Centro Italia: 1,5 milioni di euro di fatturato lo scorso anno, commesse in tutta Italia e anche all’estero (Parigi, Lussemburgo, perfino Vancouver) e 16 persone impiegate.
“Sui dipendenti abbiamo fatto un investimento importante – aggiunge Nico Stati – sono il vero valore aggiunto dell’azienda, hanno stipendi molto buoni e anche nei periodi di crisi e di fermo, non abbiamo mai fatto ricorso alla cassaintegrazione. Quasi tutti si sono trasferiti a Sulmona e hanno messo su famiglia qui, alcuni sono con noi da trenta anni e viaggiano tutte le mattine da Tagliacozzo o da Manoppello. Oggi fare il marmista non è più quel lavoro di fatica che facevano mio nonno e mio padre, quando ci volevano due giorni solo per scaricare un camion di merce: abbiamo un laureato in economia, uno scultore e ragazzi a cui è richiesto di saper usare le macchine. E’ un lavoro che purtroppo in pochi vogliono e sanno fare: la scuola non forma abbastanza e dobbiamo ringraziare gli immigrati, che oggi sono la metà della forza lavoro in azienda, se riusciamo ad essere così competitivi”.
Lo sguardo imprenditoriale, però, è fondamentale: con un investimento fatto quasi quindici anni fa, il capannone si è reso quasi energeticamente autonomo, montando un impianto da 50 Kwh che fornisce l’80% del fabbisogno elettrico e realizzando un sistema di filtraggio e recupero delle acque che permette di ridurre considerevolmente l’impatto sull’ambiente.
In azienda è entrata ora anche la quarta generazione, il figlio di Nico, che si chiama Adriano come il nonno, ha 28 anni e si occupa della parte informatica che oggi è una delle più delicate.
“L’odore del marmista, però, è lo stesso di quando ero bambino – ricorda Nico Stati – quando papà rientrava dal lavoro e si portava dietro quell’essenza delle acque sulfuree di Tivoli”.
Un odore scritto nella pietra.
Complimenti Nico, professionalità, serietà, qualità e competenza. Grazie a persone come voi che ancora il centro Abruzzo riesce a vivere.
Un professionista serio, scrupoloso dalla gentilezza innata e molto “alla mano” il che non guasta. Complimenti
Fa molto piacere questa periodica rassegna giornalistica sulle realtà che funzionano nella nostra vallata: a queste dobbiamo guardare e non alle situazioni patologiche, perché sono le prime, non le seconde, che mandano avanti il paese e, nel piccolo, il circondario e che, fortunatamente, sono la grande maggioranza. Il guasto che c’è va solo corretto, presto e bene, e presto ricordato solo come esempio da evitare.
Complimenti agli imprenditori Stati.
Sono 15 anni che lavoro da Nico Stati e sono fiero d essere nella squadra 👍
Sono 15 anni che lavoro da Nico Stati e sono fiero d essere nella sua squadra 👍
COMPLIMENTI,DA CITTADINO DI SULMONA SONO ORGOGLIOSO DI VOI CHE SIETE LA PARTE BELLA DI SULMONA E DEL CENTRO ABRUZZO…GRAZIE CHE ESISTETE VOI E LA VOSTRA AZIENDA…C7SULMONA