Il Museo Italiano del Realismo di Sulmona apre al sostegno dell’Aquila nella corsa a Capitale italiana della cultura 2026. A proclamare l’appoggio alla candidatura del capoluogo abruzzese sono i vertici dello stesso MIR: Sandro Maccallini, presidente del Museo, e il suo vice, Massimiliano Metri. Un’iniziativa, quella del supporto da parte del Museo del Realismo, nel segno della cultura e dello spirito di rete che quest’ultima propone tra le proprie finalità.
“La cultura è veicolo di solidarietà, di vicinanza, di coesione – scrivono dal MIR – ci auguriamo che la nostra iniziativa venga accolta a beneficio dell’Aquila e sia esempio di solidarietà e di lealtà, sempre, e ulteriore segno della rinascita. Centrare l’obiettivo ed essere proclamata “Capitale italiana della cultura”, non sarà soltanto una meta per L’Aquila ma per tutto il territorio regionale, nella convinzione che l’Abruzzo possa dotarsi di un piano produttivo nel quale il patrimonio culturale, inscindibile dal turismo, assuma ruoli concreti attraverso la promozione del territorio in termini d profitto. Il Museo Italiano del Realismo darà la sua più ampia collaborazione al fine di contribuire a questo ambizioso progetto propulsivo dello sviluppo dell’intera Regione”.
Un gesto nobile e solidale, segno di un Abruzzo unito in questa corsa al trono della cultura. Un unione che abbatte i campanili e che sarebbe stato altrettanto bello raccontare lo scorso anno, quando in lizza per l’assegnazione del 2025 c’erano sia Sulmona e sia Pescina. Dodici mesi fa dai poli culturali del capoluogo, come anche dal resto d’Abruzzo d’altronde, sui radar non è stato registrato nessun sostegno aperto alle due candidate abruzzesi.
Il capoluogo ha raggiunto la fase finale con altre nove città in gara. Impresa che lo scorso anno riuscì anche a Pescina, ma non a Sulmona, che non rientrò tra le finaliste. A concorrere con L’Aquila ci sono Agnone, Alba, Gaeta, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso e l’Unione dei Comuni Valdichiana Senese. La proclamazione avverrà il prossimo 29 marzo.
Sulmona appoggia L’Aquila che invece, ad ogni piè sospinto, ce lo mette in quel posto.
Ottima iniziativa, bravi!
Che “sottoni” i sulmonesi!!
Senza un minimo di dignita’.Si spera forse in un ritorno anche per la nostra citta’? Ma quando impariamo la lezione?
E’ arrivato il momento di “contraccambiare”:L’Aquila capitale della cultura 2026 con l’appoggio di Sulmona:peccato che quando le nostre aspiraziono naufragarono la nostra sorella recito’ uno splendido silenzio:spero che questo ci aiuti a capire perche’ siamo scesi cosi’ in basso (bretella,emorragia di Istituti scolastici,soppressione e dirottamenti di Uffici,strutture culturali annientate con la scusa del terremoto che invece ha creato ex novo una Citta’:-inutile proseguire :e’ arrivato il.momento dei rngraziamenti nei quali i Sulmonesi “eccellono” a quanto pare.
Senza parole.
Sulmona che appoggia L’Aquila?
È quello che si chiama “timore riverenziale”. O forse è la sindrome di Stoccolma.. chissà!
Ma poi certi commenti di Peligni offesi fanno veramente ridere: a questo punto val la pena ricordare a tutti che:
– Roma non ha bisogno di Fiano Romano per essere Roma;
– Milano non ha bisogno di San Donato Milanese per essere Milano;
– Torino non ha bisogno di Settimo Torinese per essere Torino;
– Firenze non ha bisogno di Sesto Fiorentino per essere Firenze..
E Analogamente
– L’Aquila non ha bisogno di Sulmona Aquilana per essere L’Aquila!
Certe stelle splendono di luce propria: non so se mi spiego..
Auguri comunque all’Aquila (un tempo nota come “Aquila degli Abruzzi”, non dimentichiamocelo) per essere la capitale della cultura nel 2026!
Minchiagiver fatti vedere ad uno bravo (per inteso Milano senza San Donato Milanese non sarebbe niente, visto che a San Donato c’è l’Eni)
Ha dimenticato di dire che L’Aquila ha avuto bisogno di silurare prima Sulmona e poi Pescina per la candidatura a Capitale della Cultura 2025 per potersi poi presentare con le spalle larghe (politiche) per il 2026, e sa meglio di me il perché.
Ha anche dimenticato di dire che Sulmona non ha avuto bisogno della sua città per nascere svilupparsi ed essere quella che è stata.
Ha dimenticato di dire che tutto avete preso a Sulmona.
H dimenticato che per farvi grandi avete preso anche tutto il territorio ad altri Comuni (1927).
Ha dimenticato di citare il vecchio detto che vi marchia in eterno, che mai fu così azzeccato nella vostra storia truffaldina cittadina, e se non lo sa glielo ricordo: Aquilano, stretto di cuore, lungo di mano.
La nebbia dalle sue parti è sempre più fitta.
Mingaver, la sua cittadella è brutta come il vostro Sallustio di cui vi vantate, ma che fu un losco figuro cacciato dal senato romano per indegnità morale.
E poi restituite le ossa di Celestino V che suoi concittadini d’altri tempi con la complicità di venduti del posto hanno illegittimamente sottratto alla città di Ferentino. Dopo di che vi resta solo Bruno Vespa.
Sulmona invece con la sua storia e con i suoi noti rappresentanti di ogni epoca, che non ha avuto bisogno di rubare a nessuno è decisamente un’altra cosa.
Beccate questa è porta a casa.