Figlio posta foto dei petardi di Maradona su Instagram: padre condannato a tre mesi

E’ stato condannato a tre mesi di arresto e 200 euro di ammenda il sulmonese Danilo Mangiarelli, 51 anni, per il reato di commercio abusivo di materie esplodenti. La sentenza è arrivata questo pomeriggio dal Tribunale di Sulmona, che ha giudicato l’uomo per i fatti avvenuti durante il 26 dicembre del 2021. L’uomo deteneva nel proprio garage 98 confezioni del discendente delle “bombe di Maradona”: il “D10s”, ossia il soprannome dato al fuoriclasse dell’albiceleste Diego Armando Maradona e che ora ribattezza il petardo a doppia miccia passafuoco.

A scovare il materiale è stata la Guardia di Finanza di Sulmona, recatasi nell’abitazione di Mangiarelli per sequestrare i petardi che, solitamente, contengono fino a 800 mg di miscuglio esplosivo. Le Fiamme Gialle, come emerso durante il processo, sono intervenute a seguito del post pubblicato dal figlio dell’uomo su Instagram nel quale comparivano i petardi incriminati.

Mangiarelli ha provato a difendersi, asserendo di non conoscere la pericolosità dei prodotti che aveva acquistato per festeggiare l’entrata del nuovo anno.

La legge prevede pene detentive per chi viola le norme sulla circolazione legale dei pirotecnici, e chiunque venga a conoscenza di tali violazioni ha il dovere di denunciarli alle Forze dell’ordine. Alle pene, comunque, è soggetto non solo chi li vende ma anche chi illegalmente acquista o utilizza fuochi

9 Commenti su "Figlio posta foto dei petardi di Maradona su Instagram: padre condannato a tre mesi"

  1. Come mai nome e cognome? Per altri reati dove sono stati messi braccialetti manco un cenno

  2. A mio parere e’ troppo esagerata questa pena !!
    Ma è un mio parere ….

  3. È l’ Italia ragazzi…
    Se compri i petardi ti mettono nome e cognome sul giornale, se fai sfracelli le iniziali al massimo….

    • Per le violenze in famiglia invece manco quelle. Sono curioso di sapere la logica

      • Le rispondo nel merito: i nomi per le violenze in famiglia, senza il consenso delle vittime, non si mettono per tutelare le vittime stesse. Al signor Danilo, invece, consiglio di utilizzare un linguaggio più appropriato e, magari, in futuro di evitare di detenere materiale non consentito dalla legge in casa

  4. Io sono il diretto interessato e mi rammarica leggere che iavarone,come al solito,ha scritto un pacco di cazzate. Domani, infatti, tramite il mio legale richiederemo la rettifica. Spacciano droga tutti i giorni a Sulmona ma nessuno ne parla. Per due pedardi di capodanno è successo il finimondo. Questa è l’Italia

  5. Al signor grizzly rispondo di non nascondersi dietro un nome fittizio e aggiungo che nemmeno la polizia né la guardia di finanza ha saputo fornire una risposta chiara sull’illegalità di quanto rinvenuto in mio possesso,come confermato in processo dallo stesso Pace, esperto di fuochi d’artificio. I giornalisti badano più a fare scena piuttosto che riportare i fatti. Io non detengo stupefacenti come tanti comparelli

    • Signor Danilo, Grizzly è lo pseudonimo di redazione. Quindi stia tranquillo che qui nessuno si nasconde. Noi prendiamo atto e facciamo cronaca per quanto stabilito dal giudice. Avrà modo, sono sicuro, di dimostrare la sua innocenza in secondo grado (se deciderà di ricorrervi) e noi saremo lieti di informare i lettori come abbiamo fatto con questa notizia di condanna in primo grado che ha sancito l’illegalità di quegli esplosivi.

  6. È una sentenza che non ha nessun fondamento. Mi ero collegato con il sito della polizia di stato per verificare la legalità dei petardi ma purtroppo non ho ricevuto una risposta in quanto c’è molta incertezza sulla questione. La legge, comunque,stabilisce che il reato di detenzione parte da 5 kg in sù, mentre a me erano a malapena 1 kg

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