Una “rapida indagine su quanto accaduto” e “l’attuazione di misure adeguate per prevenire la ripetizione di simili episodi”. È quanto chiede la FP CGIL polizia penitenziaria Abruzzo – Molise che in un comunicato a firma del coordinatore regionale Gino Ciampa esprime ferma volontà di acclarare quanto accaduto il 26 dicembre scorso nell’Istituto penitenziario di Sulmona “dove il personale sembra sia stato indotto a contribuire economicamente all’acquisto di farmaci essenziali per i detenuti”.
Si rivolge alla ASL 1 Avezzano-Sulmona. L’Aquila il coordinatore Ciampa oltrechè al direttore del carcere di Sulmona Stefano Liberatore per capire le ragioni della carenza di farmaci nell’infermeria dell’istituto che, ove confermata, denoterebbe una “grave lacuna nella gestione dell’area sanitaria”. Ancor più grave che a subirne le conseguenze siano stati i lavoratori della polizia penitenziaria sulmonese che, dimostrando senso di responsabilità e solidarietà “per evitare ulteriori problemi tra i detenuti” sono stati costretti ad intervenire di tasca propria acquistando i farmaci mancanti.
“Una spesa ingiustificata” per fronteggiare una “inaccettabile negligenza nella fornitura di beni essenziali”, “una situazione inammissibile” la definisce il comunicato trasmesso, per conoscenza, anche al Provveditore Lazio-Abruzzo e Molise; all’Ufficio Relazioni sindacali Prap LAM Lazio-Abruzzo e Molise; alle segreterie nazionali O.O.S.S. e a tutto il personale di polizia penitenziaria dell’istituto di Sulmona.
Attende risposte la FP CGIL su quanto accaduto per un’azione correttiva sulla gestione sanitaria del carcere di Sulmona affinché sia sempre garantito un adeguato rifornimento dell’area sanitaria a tutela della salute dei detenuti e del benessere del personale che “non deve essere costretto a sopperire a carenze gestionali”.
Andati via i Marescialli, sostituiti dai Commissari, pestaggi agli agenti, se è vera la storia della medicine hanno toccato veramemte il fondo…..