Capitale Italiana della Cultura 2026. L’Aquila e le aree del sisma tra le dieci finaliste

Cinque differenti colori a rappresentare i cinque cardini della Multiculturalità, Multidisciplinarità, Multitemporalità, Multiriproducibilità e Multinaturalità, tutti parte dell’unicum identitario della città. Questo è il significato del logo scelto dalla città dell’Aquila per concorrere a diventare Capitale Italiana della Cultura 2026.

Con un dossier dal titolo L’Aquila città Multiverso, il capoluogo abruzzese ha convinto la giuria istituita presso il Segretariato generale del ministero della cultura ad inserirla tra le dieci finaliste, insieme alle città di Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). Un parterre che non dovrebbe destare particolari preoccupazioni al capoluogo d’Abruzzo, che incentra il proprio progetto sul saper fare rete. Basti pensare che tra le dieci finaliste dello scorso anno, con le quali ha dovuto concorrere Pescina (e Sulmona prima dell’esclusione dal rush finale), c’erano Assisi e Agrigento (poi vincitrice).

Un primo passo lungo la strada che porta all’ambito titolo che il 29 marzo verrà assegnato a Roma dopo l’appuntamento con le audizioni in presenza del 4 e 5 marzo trasmesse in diretta streaming.

Sostenuta dalla città di Rieti e supportata da Regione Abruzzo e dagli uffici speciali per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere 2009 e dei territori colpiti dal sisma 2016 (Usra, Usrc e Usr), la candidatura del capoluogo abruzzese rappresenta un esempio di come realtà diverse possano fare rete per un obiettivo che non è di una singola comunità ma di tutte quelle che sostengono lo stesso progetto. “Per il nostro territorio è una grande soddisfazione, vuol dire che è stata riconosciuta la bontà del nostro dossier, della proposta ma soprattutto il potenziale di un progetto ampio che premia l’unicità delle aree interne e la rete con altre realtà che vivono condizioni simili nello spirito, nelle tradizioni e nella storia” ha commentato il sindaco dell’Aquila Pier Luigi Biondi.

Un obiettivo in parte già raggiunto grazie alla sinergia tra la città dell’Aquila, quella di Rieti e i Comuni del cratere che ha consentito di porre all’attenzione dell’intero Paese l’Appennino centrale con le sue aree interne. Una tappa importante quella di oggi, che, come afferma il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi “ci permette di continuare ad inseguire questo grande sogno”.

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