Non c’è il parere della società di revisione e l’approvazione del bilancio consuntivo del Cogesa, quello del 2022, è per questo ancor più un salto nel buio. Ieri, tuttavia, il controllo analogo, con la solita divisione tra sindaci di centrodestra (esclusa Pratola) e di centrosinistra, ha dato il via libera al documento contabile che certifica un buco in bilancio di oltre 1,8 milioni di euro e opziona sulle casse dei Comuni soci altrettanti soldi da immobilizzare nel fondo rischi.
Un’alzata di mano a maggioranza (quella dei sindaci-soci di centrodestra) a cui la società Bdo, controllore terzo, non si è sentita di partecipare, anche e soprattutto per lo stato di crisi dichiarato dalla partecipata: “Non siamo stati in grado di acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il nostro giudizio sul bilancio d’esercizio – scrivono i professionisti -. Gli amministratori utilizzano il presupposto della continuità aziendale nella redazione del bilancio d’esercizio a meno che abbiano valutato che sussistono le condizioni per la liquidazione della Società o per l’interruzione dell’attività o non abbiano alternative realistiche a tali scelte”.
Parere sospeso, insomma.
Ciò che non hanno potuto i professionisti della società di revisione, hanno invece avallato i sindaci-soci, nonostante il via libera al consuntivo rischi – ma forse questo non è ancora abbastanza chiaro ad alcuni – di mandare in default alcuni di loro e agli altri costringerli a sacrifici importanti su servizi, cultura e sociale.
Il fine della società di revisione, il cui parere è previsto dalla legge prima dell’approvazione, deve verificare se il bilancio contenga errori significativi dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali. Un parere di regolarità, insomma, che però i professionisti non sono stati in grado di dare, non potendo così esprimersi “sulla recuperabilità dei valori iscritti in bilancio né di determinare se si sarebbe potuta riscontrare la necessità di rettifiche”.
Un salto nel buio, appunto, tanto più che “il presupposto della continuità aziendale è soggetto a molteplici significative incertezze con potenziali interazioni e possibili effetti cumulati sul bilancio”.
Di certo, per il momento, sarà la stessa governance a curarsene: ieri, infatti, in assenza di un accordo, è stata rinviata a data da destinarsi la nomina di un nuovo amministratore unico, punto che verosimilmente non sarà trattato il 21 dicembre (o il 22 in seconda convocazione), quando si riunirà l’assemblea per la “passeggiata nel buio”.
…tanto a pagare saranno i cittadini!
Spiegateci come è possibile avere la discarica piena e i conti in rosso.
La discarica viene usata per i rifiuti di Roma capitale, ASM L’Aquila, monnezza campana delle grandi metropoli.
Forse ci sono anche rifiuti illeciti trasportati da organizzazioni mafiose che scaricano senza pagare…???
E’ possibile.
Il collegio sindacale però ha espresso favorevole