Una storia che ha dell’incredibile, su cui stanno lavorando, per ricostruirla nei dettagli, i carabinieri di Castel di Sangro e quelli di Roma. Ieri per una bambina di origine cinese di appena dodici anni è stato attivato all’ospedale di Sulmona il codice rosa, quello cioè previsto in caso di violenze e maltrattamenti. Violenze che, in verità, non sarebbero poi emerse all’esito delle analisi, ma che gli inquirenti avevano sospettato dato il contesto della vicenda, una vicenda che ha molti lati oscuri da chiarire. La bambina, residente nell’hinterland romano, infatti, risultava scomparsa da una settimana circa dal suo paese. Le forze dell’ordine, per questo, dopo la denuncia della madre, avevano allertato i colleghi di tutta Italia e ieri pomeriggio la bambina è stata individuata mentre camminava nel centro storico di Castel di Sangro in compagnia di alcuni ragazzi suoi connazionali.
La piccola è stata portata quindi in caserma e poi in ospedale per i necessari controlli e le verifiche.
I militari dell’Arma hanno ascoltato anche i ragazzi con cui si trovava in compagnia e che, a quanto si è appreso, la bimba aveva conosciuto tramite una chat cinese. Attratta in Abruzzo dalla neve e dalle montagne, avrebbe spiegato. La dodicenne, però, non si sa come, sarebbe arrivata da sola nel capoluogo sangrino, verosimilmente per raggiungere i ragazzi con cui era in compagnia e che aveva conosciuto sulla Rete. Non è chiaro, però, dove sia stata in tutti questi giorni e queste notti, dove e con chi abbia dormito, tanto più che la madre avrebbe denunciato la sua scomparsa con diversi giorni di ritardo.
Al vaglio degli inquirenti anche l’ipotesi di un allontanamento indotto, senza escludere fini di sfruttamento. I ragazzi con cui è stata trovata, che vivono e lavorano in Alto Sangro, non sono tuttavia al momento indagati.
La madre della bambina è arrivata ieri stesso a Sulmona una volta avvertita dai carabinieri e insieme, ieri notte, sono ripartite per tornare nel loro paese di residenza. Gli approfondimenti della vicenda sono ora affidati ai carabinieri della Capitale, soprattutto per valutare il contesto familiare nel quale la bambina vive.
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