Una vicenda lunga quasi un secolo che dopo il succedersi di leggi, decreti reali, atti amministrativi, deliberazioni e verifiche demaniali, oggi finalmente giunge a conclusione.
Con l’ultima sentenza della Corte di cassazione del 23 novembre scorso, termina la lunga battaglia tra il Comune di Villalago e l’ENEL Spa in merito alla proprietà del lago. Iniziata nel 2012 con il rifiuto di ENEL di continuare a pagare i canoni per l’uso dei terreni posti al di sotto del lago utilizzati per la produzione di energia elettrica, la battaglia prosegue con la richiesta di restituzione da parte della multinazionale della somma di 300 mila euro per tutto quanto finora versato alle casse comunali a titolo di affitti e vendite di altri fondi.
A legittimare tale richiesta un atto di esproprio dei terreni posti al di sotto del bacino lacustre che nel 1927 il prefetto dell’Aquila dispose in favore di Ferrovie dello Stato che allora alimentava la tratta ferroviaria Roma – Pescara con l’energia elettrica prodotta dalla centrale di Anversa degli Abruzzi, punto di arrivo della condotta forzata che partiva da Villalago. Per anni, nelle aule di tribunale, il Comune di Villalago si è battuto per dimostrare l’infondatezza di quanto asserito da ENEL spa e confermare la propria titolarità su un lago che insieme agli altri fondi contestati era gravato da uso civico e per questo, non poteva essere oggetto di esproprio. Almeno non senza procedere alla sdemanializzazione che, eliminando la destinazione di uso civico, avrebbe consentito di commercializzare i beni per occuparli, dietro pagamento di un’indennità all’ente comunale. Questo l’iter che non è stato rispettato con la conseguente inefficacia dei successivi atti di disposizione.
Nullo, dunque, l’atto di esproprio dei beni che restano di proprietà del Comune di Villalago, con conseguente obbligo per ENEL di pagare annualmente i diritti di uso del bacino.
Una vicenda che nell’ultimo decennio ha visto coinvolti tutti e tre i gradi di giudizio, dal tribunale di Sulmona pronunciatosi nel 2014 a favore del Comune alla Corte di Appello di L’Aquila che pure ha riconosciuto le ragioni dell’ente pubblico fino alla suprema Corte di Cassazione che prima con una sentenza parziale e poi con una sentenza definitiva ha ribadito quanto negli anni sostenuto dal Comune montano. Nulla dunque dovrà essere restituito a ENEL Spa la quale invece dovrà continuare a pagare il canone per l’uso dei terreni, canone che dal 2014 ad oggi ammonta a 40.000 euro. Decisamente una buona notizia per le casse comunali del piccolo comune abruzzese. A seguire la vicenda, per conto del Comune lacustre, è stato l’avvocato Domenico Ciancarelli.
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