La firma è arrivata oggi a palazzo Sardi che sarà anche la sede del MIR, il Museo italiano del realismo, istituito da una legge regionale con un finanziamento di 350mila euro in tre anni.
Un iter sofferto dal punto di vista politico e amministrativo che, però, la consigliera regionale Antonietta La Porta, firmataria della legge, ha con tenacia portato a termine, superando gli ostacoli, anche interni alla politica peligna, alla realizzazione del museo e consentendo oggi la firma di costituzione della Fondazione che andrà a gestirlo.
Il museo sarà ospitato nella sede dell’ex Comunità montana peligna in via Angeloni, disponendo degli spazi di palazzo Sardi appena ristrutturato e dove sarà allestita la produzione abruzzese e italiana del realismo, con l’impegno diretto del sottosegretario Vittorio Sgarbi, promotore del museo da prima che avesse incarichi di governo.
Il museo dovrà probabilmente fare a meno delle opere di due esponenti di spicco di Sulmona del genere: Italo Picini e Gaetano Pallozzi, i cui eredi si sono detti contrari al museo, in polemica con l’iter che ha portato alla sua nascita.
Della Fondazione fa parte innanzitutto la Regione che per il primo anno ha stanziato 150mila euro, oltre al Comune di Sulmona, l’associazione Amici del MIR e aziende private.
Presidente del consiglio di amministrazione è stato nominato Sandro Maccallini, architetto romano che promette tempi brevissimi per l’apertura dello spazio: “Già ad inizio anno contiamo di tagliare il nastro”.
L’obiettivo è quello di partire da subito con una trentina di opere già rese disponibili da Sgarbi, che dovrebbe essere anche il direttore artistico del museo, per poi nel tempo arricchire la collezione con opere da recuperare in giro per il mondo e che certifichino la produzione abruzzese e italiana. Il MIR di Sulmona è il primo e unico museo del realismo in Italia, uno dei tre in Europa: un’occasione che se ben sfruttata, potrà portare un considerevole ritorno culturale e turistico in città.
Il museo dovrà fare proprio a meno delle opere dei sulmonesi Pallozzi e Picini. Ennesima, autolesionista contraddizione cococciara. La storia continua.