Dimensionamento scolastico, Cgil contro la riforma: “Impugneremo il decreto”

Dopo l’ANCI Abruzzo e la consigliera regionale Marianna Scoccia, anche la CGIL Abruzzo Molise prende posizione contro il dimensionamento scolastico che porterà all’accorpamento (per usare un eufemismo in luogo di “taglio”) a undici istituti abruzzesi nel prossimo anno scolastico. A scomparire, secondo il piano dell’Usr Abruzzo, saranno due plessi nella provincia di Pescara, e altrettanti in quella di Teramo. Se ne aggiungono tre nell’aquilano e ben quattro nella Provincia di Chieti. Si tratta però solo dell’inizio: se il criterio verrà confermato, complice il costante decremento demografico, la regione rischia ulteriori accorpamenti negli anni a venire.

“La modifica dei parametri del dimensionamento scolastico è una riforma sbagliata – affermano il segretario della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e quello della Flc-Cgil Abruzzo Molise, Pino La Fratta –, che rischia di penalizzare ulteriormente le aree interne e i territori soggetti a drastico spopolamento, come quelli abruzzesi. Nonostante le tante sollecitazioni e le dichiarazioni di mero principio con cui l’assessore Quaresimale ha più volte dichiarato la sua contrarietà ai tagli, il piano va avanti e rischia di essere approvato entro il 30 novembre nonostante la ferma contrarietà dei lavoratori della scuola, dell’opinione pubblica e degli enti locali”.

“Condividiamo in tal senso il grido d’allarme del presidente dell’Anci – proseguono -, che ha giustamente rimarcato la contrarietà a un piano che con la scusa dell’attuazione del Pnrr nasconde l’ennesimo taglio”.

“Mentre aumenta la complessità dei compiti attribuiti alle scuole – osservano i segretari – si decide di accorpare gli istituti scolastici, aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza diminuire il numero degli alunni per classe: la riorganizzazione del sistema scolastico non può partire da un taglio. Lo abbiamo ribadito più volte: non ci si può limitare ad ‘assecondare’ la dinamica demografica e tagliare in proporzione al numero degli alunni, altrimenti si rischia una spirale inarrestabile. La particolare conformazione territoriale dell’Abruzzo, la presenza di comuni montani, la mancanza di efficienti reti di trasporto renderebbe necessaria un’attenzione specifica al territorio. Per invertire la denatalità servirebbero politiche atte a sostenere l’occupazione stabile di giovani e donne e investimenti idonei a garantire un migliore rapporto tra esigenze di vita e lavoro: più asili nido, gratuità e obbligatorietà delle scuole dell’infanzia, aumento del tempo pieno e tempo prolungato”.

“Non ci rassegniamo: oltre ad impugnare il decreto interministeriale attuativo, continueremo con ulteriori azioni di mobilitazione. Abbiamo chiesto al ministro di ritirare il provvedimento e chiediamo alla Regione Abruzzo, come a tutte le Regioni, di non attuarlo. Nel frattempo, utilizzeremo ogni strumento politico per poterlo contrastare, a partire dallo sciopero del 17 novembre che ha tra i punti rivendicativi anche il contrasto al dimensionamento. Investire in conoscenza – concludono Ranieri e La Fratta – vuol dire investire sul futuro: un Paese che taglia sulla conoscenza è un Paese che taglia il proprio futuro”.

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