Spediscono al mittente ogni accusa i sindaci dei Comuni soci di Cogesa che, durante l’ultima assemblea, hanno votato contro il ristoro ambientale per Sulmona e Pacentro, dovuto per la presenza della discarica della partecipata nei due territorio comunali. A dire “no” al ristoro, tra i Comuni della Valle Peligna, sono stati i sindaci di Anversa degli Abruzzi, Bugnara, Castel di Sangro, Cocullo, Goriano Sicoli, Molina Aterno, Prezza, Raiano, Secinaro, Scanno, Campo di Giove, Introdacqua, Roccacasale, Corfinio, Villalago e Castel di Ieri.
Tra i capitoli del bilancio predisposto dal CdA, non figurerebbero più le voci per il ristoro ambientale che, sempre a detta dei sindaci del territorio peligno, non sarebbe più dovuto secondo la legge. Anzi, i primi cittadini hanno spiegato tramite una nota stampa che, in qualità di soci, avrebbero riconosciuto negli anni contributi ambientali che non sarebbero stati dovuti né a Sulmona né a Pacentro. Insomma, uno slancio di clemenza e generosità.
“Appare illogica – scrivono -, oltre che lontana dalla realtà, l’interpretazione secondo la quale siano stati i soci che responsabilmente, per dare un futuro alla società, hanno approvato il bilancio (che chiude in attivo) a negare il ristoro ambientale ai suddetti comuni. Del resto appare assolutamente contraddittoria la posizione del delegato del comune di Sulmona alle partecipate che nelle ultime due sindacature è sempre lo stesso ma muta le proprie idee a seconda delle circostanze politiche”.
“Il Cogesa – concludono – che è la più grande ed importante azienda di questo territorio (sia in quanto svolge un servizio essenziale che per l’impatto economico) ha bisogno di una azione che, in modo responsabile, sia messa al riparo dalla strumentalizzazione politica. È quello che come sindaci stiamo facendo”. E su questa chiosa finale, invece, ci sarebbe molto da discutere guardando i dati e gli atti: 624.000 euro spesi in consulenza da parte della partecipata nel 2021, anno delle elezioni Amministrative a Sulmona.
Deduco, dalle giustificazioni dei rappresentanti dei comuni contrari al ristoro,
che vi è stata una motivazione politica per colpire i comuni di Sulmona e Pacentro che sono diventati, nostro malgrado, la pattumiera della Valle Peliqna e i cui cittadini sono costretti a convivere con odori nauseabondi. Per quanto riguarda il ristoro ambientale, sono certo che i sigg.ri rappresentanti dei Comuni contrari se ne faranno una ragione, allorquando sarà imposta dagli organi competenti.
Non c’è limite alla spudoratezza…… qual’e’ la norma che vieta i ristori? Perché non la si cita?…..sta a vedere che il “buco’ è dovuto ai ristori…..
… se la matematica non è un’opinione, e se 2 + 2 fanno ancora sempre 4, comunque hanno contribuito alla creazione del “ buco “… la somma di 10 anni ( ma sono di più gli anni del ristoro) è pari a 2.550.000 € (duemilionicinquecentocinquantamila euro).
La domanda da 2.550.000 € è la seguente: nei 10 anni, sono stati usati e spalmati per la riduzione delle bollette dei rifiuti dei cittadini?
I ristori ai comuni che hanno visto parte del loro territorio irrimediabilmente
Compromesso dalla discarica hanno il sacro santo diritto di essere ristorati o no ???
A me sembra più uno sgarbo politico …
la guerra dei poveri…
comunque la discarica ‘ci serve’ è un ‘bene comune’
tutti noi produciamo rifiuti, da sempre, o meglio da quando il consumismo a preso la mano.
impariamo a gestire i rifiuti e non vedere la discarica come una banca(-chi prende e nessuno dà)
e non fate gli ipocriti di pensare di buttare i TUOI rifiuti nella discarica del paese vicino… solo pensando di pagare di più e stare con la coscienza apposto….
piuttosto vergognati!
Fosse per me i signori sindaci dei comuni contrari ai ristori dovrebbero cominciare a preoccuparsi di trovare una discarica a casa loro.