Disparità di trattamento sempre meno accettabili quelle del sistema tariffario del trasporto pubblico in Abruzzo, una regione che, dall’introduzione del biglietto unico nel lontano 2004, non ha mai superato la fase di sperimentazione “continuando ad assicurare attraverso la fiscalità generale applicata a tutti i contribuenti abruzzesi, vantaggi e condizioni tariffarie di migliore favore alla sola utenza che risiede nell’area metropolitana Chieti – Pescara”. A denunciarlo in un comunicato congiunto sono la CGIL Abruzzo Molise e la FILT Cgil (Federazione Italiana Lavoratori Trasporti) che recependo le tante sollecitazioni e richieste provenienti da amministrazioni comunali, pendolari, utenti e associazioni di consumatori, invitate dalla II Commissione regionale per essere ascoltate sul tema, hanno deciso di mostrare “nero su bianco” ai consiglieri e al presidente Marcovecchio le concrete disparità che il trasporto pubblico locale abruzzese continua a registrare. Se nella provincia di L’Aquila si va da un minimo di 3,10 euro per le tratte che collegano il capoluogo a Lucoli, Pizzoli e Barisciano a un massimo di 4,20 euro per la tratta Tornimparte – L’Aquila, in quella teramana servono 4,80 euro per raggiungere Teramo da Isola del Gran Sasso, Corropoli o Nerito; a fronte di soli 1,20 richiesti ai cittadini di Chieti e Pescara, o comunque a chi risiede nell’area metropolitana in cui opera il biglietto unico. Tale è infatti la tariffa del biglietto della validità di 90 minuti che consente agli utenti di usufruire sia del servizio urbano presente nelle due città che di quello sub-urbano di collegamento tra Chieti e Pescara.
Per non parlare della differenza, ancora più marcata, nel costo degli abbonamenti; 93,30 euro mensili e 731 euro annuali per la tratta Corropoli – Teramo a fronte dei 34 euro mensili e 233 euro annuali per area unico.
Numeri che non possono lasciare indifferenti e che, secondo la CGIL , impongono alla Regione Abruzzo di “superare con urgenza la disparità di accesso ai servizi per restituire attrattività alla mobilità collettiva”, anche prevedendo misure di agevolazione per le categorie svantaggiate, le persone meno abbienti, studenti e anziani. Come del resto ormai da tempo avviene in altre regioni d’Italia.
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