Più che l’entità del furto, è stato come sono risaliti a lui a fare notizia: perché, questa volta, la ricerca di impronte digitali ha avuto un riscontro preciso. Roba d’altri tempi, quando i ladri non sapevano cosa erano le impronte e non usavano guanti.
La squadra scientifica della polizia di Sulmona, però, ha pescato “l’ago nel pagliaio” e nel corso di una ispezione negli uffici Arap, dove nei giorni scorsi qualcuno era entrato scassinando il distributore di bevande e forzando una cassetta di sicurezza (che però era vuota), ha trovato le tracce del ladro.
Un’impronta scoperta nel portellone posteriore del distributore, che ha permesso agli inquirenti di risalire al responsabile del furto.
Lui, in verità, un cinquantenne sulmonese con problemi di tossicodipendenza, era già in carcere, dopo che i carabinieri lo avevano sorpreso per strada nonostante fosse destinatario della misura degli arresti domiciliari emessa dal giudice del tribunale di Pescara.
A suo carico è stata così contestata un’ulteriore aggravante: quella del furto con scasso e anche di, un’altra, evasione, essendo stato compiuto il colpo mentre il soggetto era ancora ai domiciliari. Non autorizzato ad uscire, neanche “per uno snack” al distributore.
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