“Sarò quello che costruisco dentro” questo il titolo dell’incontro conclusivo dedicato al progetto MILIA, svoltosi questa mattina nel plesso dell’Annunziata a Sulmona. Giunto alla fine della prima fase, con il coinvolgimento di quattro regioni italiane, Abruzzo, Puglia, Toscana e Sardegna, il progetto MILIA, inserito nel PON inclusione e finanziato dal ministero di Giustizia con 750 mila euro, ha consentito ad ottanta detenuti dell’istituto penitenziario di Sulmona di seguire un percorso di formazione professionale dedicato alla falegnameria; un corso iniziato nell’estate dello scorso anno, in cui gli allievi, suddivisi in cinque classi e guidati da tredici docenti, attraverso lezioni teoriche e laboratori hanno raggiunto l’obiettivo di una qualifica professionale con validità nazionale. Terminata la fase di formazione, ora tutto è pronto per avviare la produzione di elementi di arredo destinati agli alloggi degli istituti penitenziari d’Italia.
Di questo si è parlato nel corso del convegno, alla presenza di rappresentanti istituzionali e operatori del mondo penitenziario, chiamati a celebrare un evento per molti aspetti innovativo se si pensa alle concrete prospettive lavorative offerte ai detenuti una volta fuori dalle mura carcerarie. Un momento importante, quello di oggi, anche per tirare le somme di un percorso che oltre agli innegabili risvolti positivi, ha presentato non poche criticità sulle quali riflettere nella futura programmazione.
Entusiasmo e soddisfazione espressa dai rappresentanti del ministero della Giustizia, della Regione e del Comune di Sulmona, chiamati a collaborare, come mai prima d’ora, mettendo in campo tutte le risorse umane e materiali, nel nome del principio costituzionale della rieducazione del condannato.
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