Le barriere linguistiche rischiano di innalzarsi sempre più in Centro Abruzzo, dove è sempre più marcata l’assenza di mediatori culturali in relazione alla popolazione straniera residente nel comprensorio. Al 1° gennaio 2022 gli stranieri residenti in provincia dell’Aquila sono stati stimati in 22.957. Un dato che la porta ad essere la prima nell’intera regione. Gli stranieri rappresentano il 7,9% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 29,0% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dal Marocco (20,0%) e dalla Macedonia del Nord (8,3%) ma va anche segnalato il cambio di geografia migratoria con migliaia di ingressi di tanti richiedenti asilo e profughi.
Dati che hanno spinto Sinistra Italiana a richiedere alla Asl 1 di creare un gruppo di lavoro costituito da un’equipe di mediatori che opera con presenza fissa e continuativa presso le sedi dell’Azienda Sanitaria Locale.
Equipe di differente nazionalità, con esperienza nel settore socio-sanitario e che interviene in relazione alle necessità urgenti o programmate prendendo in considerazione tutte le aree linguistiche maggiormente rappresentate all’interno della popolazione straniera della provincia, inclusi i richiedenti asilo che accedono ai servizi offerti.
“L’esperienza della Asl 1 – scrive Gamal Bouchaib del Circolo Sinistra Italiana L’Aquila – lodevole in tale senso negli anni passati con bandi di affidamenti esterni del servizio di mediazione, non ha più trovato spazio attuativo nelle nuove politiche aziendali, creando un disagio enorme non solo ai pazienti che a volte non usufruiscono del servizio per problemi di barriere linguistiche, ma anche per la dirigenza medica che spesso ha segnalato questa carenza a chi di dovere, senza mai ottenere alcun riscontro”.
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