La storia, almeno a noi che vi dedicammo un’inchiesta nel primo numero del trimestrale tre anni fa, è nota: pascoli inesistenti per truffare sui fondi europei, i cosiddetti Pac, a discapito dell’economia e non solo degli allevatori abruzzesi. Milioni e milioni di euro, di contributi ottenuti sulla carta, mentre i pascoli impoveriscono e gli operatori locali vengono sopraffatti economicamente, quando non minacciati e danneggiati fisicamente.
Oggi la guardia di finanza di Pescara, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura dell’Aquila, ha chiuso il cerchio di due anni di indagini, eseguendo con l’operazione Transumanza 25 misure cautelari a fronte di 75 indagati e 16 perquisizioni in tutta Italia: Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania.
Per truffare Bruxelles, l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, di cui farebbero parte 13 persone, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli ‘Pac’, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli. Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con altrettante società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per fare incetta di migliaia di ettari di terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni. Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro.
Somme sequestrate a 24 imprese agricole e 38 soggetti, accusati, a vario titolo, di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
I finanzieri hanno effettuato acquisizioni documentali, intercettazioni di oltre 100mila conversazioni, 8.000 interrogazioni alle banche dati ed accertamenti bancari su più di 270 conti correnti. Il pool investigativo ha così tratteggiato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla perpetrazione, con l’aggravante mafiosa, di frodi a danno del bilancio nazionale e comunitario, che sarebbe stata attuata mediante indebite richieste di contributi per il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia nel settore della Politica Agricola Comune.
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