C’è la storia di Pepe Ruggieri, messa nera su bianco da un ex poliziotto diventato scrittore come Piernicola Silvis che nel libro L’errore raccontala vicenda di un criminologo forense che lavora per un Centro anti-violenza di genere ad Ancona e che un giorno, d’improvviso, ma mica tanto, torna a casa che sua moglie è fuggita. Come la moglie del calzolaio senza scarpe: non per le botte, ma per un bimbo mai arrivato e mai voluto, per i silenzi dei “matrimoni bianchi”, quelli dove si va avanti, così, senza senso, spesso per convenienza o solo per comodità. Violenza anch’essa.
E c’è la storia dei mille volti e delle troppe lacrime delle vittime di violenza, di chi sotto la mano criminale di un uomo è rimasta uccisa: 75 dall’inizio dell’anno in Italia, 31 delle quali per mano del partner. Femminicidi raccontati in Mia per sempre da Cinzia Tani, giornalista di lungo corso in Rai e già Premio Scanno nel lontano 1987.
C’è la scelta, non casuale, della piazza di Sulmona, dell’auditorium dell’Annunziata, da parte del Festival della letteratura da brivido Pescara a luci gialle che oggi (ore 18) inaugurerà proprio a Sulmona la sua terza edizione (fino a domenica, poi, a Pescara). Non casuale “per la sensibilità culturale della città e per l’attenzione che Sulmona ha rivolto al tema della violenza di genere negli ultimi anni” dicono gli organizzatori che chiameranno a dialogare sul palco con gli autori dei libri, la presidente dell’associazione La Diosa, Gianna Tollis, e la consigliera comunale Teresa Nannarone.
Sulmona che alla violenza contro le donne ha dedicato un concorso, raccolto sul dolore del massacro di Teodora Casasanta, due anni e mezzo fa ormai: Carmagnola 29 gennaio 2021.
In nome e per conto delle vittime uccise e di quelle che muoiono dentro, che spesso restano anonime e nell’anonimato, che continuano a subire. In un bollettino, quello ufficiale, che è solo parziale e incompleto e che non si arresta, né arretra: solo nella provincia dell’Aquila nei primi sei mesi del 2023 le forze dell’ordine hanno registrato 47 casi denunciati. Tra questi 2 codici rossi con 3 provvedimenti cautelari adottati (uno per reiterazione), 19 minacce e atti persecutori, 23 maltrattamenti, 2 violazioni dei divieti imposti dall’autorità. La punta di un iceberg, in realtà, che si scopre solo con la comunicazione, con la presa di coscienza che un’altra via e un’altra vita è possibile. Che non si deve morire uccise, né dentro, per quello che qualcuno ha il coraggio di chiamare “amore”.
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