L’Abruzzo si è svegliato un po’ più solo questa mattina. La scomparsa dell’orsa Amarena ha scosso un’intera regione: vuoi per il modo brutale in cui è stata uccia, vuoi per il fatto che il plantigrado era un simbolo dell’Abruzzo. Immortalato più volte tra le strade dei paesi del Pnalm assieme ai suoi cuccioli, Amarena aveva conquistato il cuore di tutti. A giocare un ruolo fondamentale anche il carattere mite dell’orso. Confidente, sì, ma comunque più distaccato rispetto al cucciolo Juan Carrito.
Sulla scomparsa del plantigrado si è espresso il Presidente della Regione, Marco Marsilio, ha parlato di “gesto gravissimo nei confronti dell’intera regione. Prosegue Marsilio: “In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”.
“È con profondo sgomento che apprendiamo dell’atroce uccisione dell’orsa Amarena, un simbolo del nostro Abruzzo. Questo inspiegabile atto rappresenta un grave affronto ai valori di convivenza e rispetto per la natura che tutti noi condividiamo, nonché alla biodiversità della nostra meravigliosa regione”. Così, il vice presidente della Regione Abruzzo con delega ai Parchi e all’Ambiente, Emanuele Imprudente, sulla notizia dell’uccisione dell’orsa. “La Regione Abruzzo – continua Imprudente – grazie alla collaborazione del servizio Foreste e Parchi con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha strutturato una serie di strumenti di tutela, monitoraggio e miglioramento dello stato di conservazione dell’Orso bruno Marsicano tra cui: l’approvazione del PATOM (Piano d’Azione nazionale per la tutela dell’orso bruno Marsicano), l’istituzione del Focal Point, l’approvazione del protocollo d’intesa con RFI per migliorare la permeabilità delle infrastrutture ferroviarie da parte della fauna selvatica, l’accordo con il PNALM per l’indennizzo dei danni agli allevamenti di bestiame e ai piccoli pollai familiari e l’adozione di una strategia regionale di sviluppo sostenibile orientata all’istituzione di corridoi ecologici, oltre all’adozione di protocolli comportamentali per tutelare la presenza dei plantigradi nella zona”.
Colpito dall’uccisione dell’orso anche il regista, Riccardo Milani, che ha scelto l’Abruzzo, e in particolar luogo i luoghi del Parco, come location per le riprese del suo ultimo film: “Un mondo a parte”. “Grazie ad Amarena – scrive Milani sul proprio profilo Facebook -. Madre esemplare che sapeva convivere con gli esseri umani. Perché si fidava. Questa foto è di quando l’ho incontrata mentre mangiava mele nel paese che mi ha fatto conoscere e amare il Parco d’Abruzzo, San Sebastiano dei Marsi. Dove qualche giorno fa ha fatto, ammirata da tutta Italia, quella marcia indietro sapiente e a piccoli passi per fare attraversare i suoi due cuccioli in mezzo alla gente. Di cui si fidava. Come aveva fatto con i suoi quattro cuccioli di qualche anno fa. Era un animale buono e prezioso. Presa a fucilate. Un danno gravissimo a una specie in pericolo. E un danno gravissimo etico, culturale ed economico alla terra d’Abruzzo e alla sua gente. E a tutti noi . I segnali sono tanti, ripetuti e , purtroppo , anche ben più gravi . E’ ora di fermare l’ignoranza”.
“Se evoluzione c’è stata – commenta la notizia l’assessore sulmonese, Attilio D’Andrea -, probabilmente ha lasciato dei vuoti, questi gesti dimostrano che per alcuni aspetti dal Medioevo ad oggi non si è fatta molta strada”.
Il ricordo dell’orsa da parte della scrittrice Cesira Donatelli viene affidato a un lungo post su Facebook: “Caro J. Carrito, la tua mamma ti sta raggiungendo, le consegno baci, abbracci e carezze per te. Insieme dovrete vegliare sui tuoi fratelli. Neanche tanto difficile immaginare che opinione ti sarai fatto di questo pianeta terra, non abbiamo dimostrato né maturità, né rispetto. Non impariamo nulla, nonostante di esempi e di insegnamenti, Madre Natura, ce ne somministra quotidianamente. Non riesco a concepire fiducia nella nostra razza, per nessuna tipologia di azione, ci stiamo perdendo per strada, ci stiamo auto-incensando di superiorità, di potere, di strafottenza e di possesso. Quando realizzeremo che non siamo proprietari di niente e di nessuno, quando metteremo a fuoco la nostra vera dimensione nella vita, sarà estremamente tardi, ma scopriremo che di occasioni per seminare bellezza e gentilezza ne abbiamo avute a iosa e per secoli, ma non le abbiamo sapute cogliere, perché troppo impegnati a dire “Io sono! Questa volta non riesco neppure a chiederti scusa, sarebbe inutile e opportunistico. Visto che tu sei stato capace di portare una prosa e una poesia differente e al di sopra di ogni piccolezza nell’immensità terrena e nella volta celeste, continuerò a pensarti, sempre, come nella costruzione di questa foto, nella nostra Roccaraso a leggere poesia insieme, mentre mi vegli e sempre pronti per una partenza nuova. Ciao Amarena, grazie per i doni che solo una madre può concedere al mondo e buon viaggio”.
Al cordoglio si unisce anche il Pescara Calcio, con un post pubblicato sul proprio profilo “X” (ex Twitter): “Amarena, uno dei simboli del Parco Nazionale d’Abruzzo e della nostra regione, è stata uccisa a fucilate. Oggi solo tanto dispiacere”.
“L’uccisione dell’Orsa Amarena è un atto gravissimo. Da parte nostra non possiamo che auspicare in primo luogo che le indagini e la giustizia facciano rapidamente il loro corso, che le responsabilità siano accertate e adeguatamente, severamente sanzionate – dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese -. E’ importante adesso che l’indignazione, a tutti i livelli, dalle comunità locali fino alle istituzioni della nostra regione, sia forte e unanime. Che sia chiaro che l’uccisione dell’Orsa Amarena è un colpo al cuore dell’Abruzzo, a un modello di convivenza tra persone e animali nella natura che è e deve rimanere un modello. Da difendere sul versante culturale, da tutelare in ogni modo”.
“A freddo come un’esecuzione – commenta Stefania Pezzopane. Alle 23 di questa notte, una fucilata ha fulminato Orsa Amarena. Ma come si fa! Come si può uccidere un’Orsa? Amarena era la grande mamma simbolo del Parco Nazionale, rincorsa da turisti, bambini, studiosi, naturalisti. Amata da tutti. L’assassino è stato subito identificato dai Guardiaparco. Non spendo nemmeno una parola per costui. Certo va punito, in maniera esemplare. Qualsiasi punizione però non ci ridarà Amarena e non la restituirà ai due cuccioli che rimangono soli”.
Si chiede il perché di così tanta cattiveria anche il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fedele. “Ho appreso con sconcerto e indignazione dell’uccisione dell’orsa Amarena, avvenuta questa notte in una zona periferica di San Benedetto dei Marsi – spiega il pentastellato -. Non ci sono parole né giustificazioni per un così deprecabile gesto, frutto della violenta mano dell’essere umano. Un gesto che va condannato con fermezza e decisione, senza alcuna attenuante e chi lo ha compiuto dovrà rispondere di fronte alla legge. Mi chiedo il perché di tanta cattiveria, perché invece di imbracciare il fucile non sono stati avvisati i guardiaparco e perché non si è cercata soluzione alternativa alla giustizia fai da te. In questi giorni si aggirava con i suoi due cuccioli che, adesso, vanno messi al sicuro, nutriti e svezzati in assenza della loro madre”. “L’orsa Amarena – conclude Fedele -, come Juan Carrito erano simboli di questa regione, e lo resteranno per sempre. Ma adesso dobbiamo impegnarci una volta di più per tutelare e salvaguardare gli esemplari che vivono con noi sulle nostre montagne, ben tenendo a mente che l’orso marsicano è una specie in via di estinzione. La gravità di quanto accaduto ci spinge ora ad andare oltre una gestione ordinaria e tradizionale. È il momento di riflettere sulle politiche di gestione della fauna selvatica e sulla loro efficacia. In questi anni ho ascoltato le richieste di coloro che vivono a stretto contatto con il mondo animale, ed è per questo che ritengo indispensabile agire per una convivenza migliore, pacifica e che, soprattutto, possa educare i più giovani a un maggiore rispetto dell’ambiente che li circonda”.
Dopo la Regione anche il partito di Rifondazione Comunista è pronto a costituirsi parte civile, in merito all’uccisione dell’orsa Amarena. Lo ha annunciato Maurizio Acerbo che, allo stesso tempo, denuncia l’incoerenza del presidente Marco Marsilio. “Il presidente Marsilio ha condannato con parole condivisibili l’uccisione di Amarena – incalza Acerbo – ma lo scorso luglio accusava di “integralismi inutili e dannosi” gli ambientalisti che protestavano contro l’autorizzazione a Villalago del rumorosissimo raduno Eurotrial4x4 organizzato dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Si trattava di un circo automobilistico incompatibile con la presenza dell’orsa Amarena e dei suoi due cuccioli e con le prescrizioni della Direttiva della Comunità Europea”. “Ma non basta prendersela con chi spara”, prosegue Arcerbo che punta il dito contro le campagne della destra a favore dell’autodifesa, dato che il 56enne indagati, identificato dalle forze dell’odrine, avrebbe spiegato di aver aperto il fuoco poiché spaventato dalla possibile intrusione dei ladri. “I partiti di destra hanno assecondato la lobby dei cacciatori e soprattutto l’industria delle armi. Si sono fatte campagne politico-mediatiche per fare degli orsi un nemico da uccidere non una specie da proteggere e, soprattutto, si è avviata una regressione legislativa contro le norme di tutela dell’ambiente e della fauna. Chi ha alimentato una subcultura da far west è responsabile politicamente di tragedie come questa”.
“L’ipocrisia si manifesta nella sua forma massima in occasione dei funerali e delle tragedie – è il commento di Enrico Perilli di Sinistra Italiana -. L’uccisione dell’orsa Amarena ha mandanti ed esecutore chiari a tutti. L’esecutore è quel delinquente che ha premuto il grilletto, i mandanti tutti coloro che per 364 giorni l’anno ci violentano culturalmente e politicamente”. Quindi l’elenco dei luoghi comuni: da “i Parchi bloccano lo sviluppo” a “la vera specie minacciata è l’uomo”: “Su questo mantra quasi tutta la classe politica cavalca voti di associazioni venatorie, associazioni di categorie varie, maestri di sci, albergatori e sviluppisti varando riperimetrazioni delle aree protette, pre-aperture della caccia, proposte di cacciare nei parchi o di aprire la caccia a specie protette, impianti e cementificazioni in ogni dove e muovendo guerra e disprezzo verso chi prova a dire il contrario, gli odiati ambientalisti – continua Perilli -. Ora, invece di piangere ipocritamente riconoscano i tanti presidenti, sindaci, assessori, consiglieri, cacciatori, di essere i mandanti e per un giorno, il trecentosessantacinquesimo, ci risparmino la loro vergognosa ipocrisia”.
“La morte dell’orsa Amarena è un episodio luttuoso per tutta la nostra regione e per quelle comunità che quotidianamente si danno da fare per convivere con gli orsi confidenti – è il commento di Lorenzo Berardinetti, presidente dell’Uncem Abruzzo ed ex consigliere regionale – Il modello Abruzzo esiste davvero? Cosa si fa per convivere con l’orso e come si tutelano le comunità se ci sono ancora oggi strutture abusive, e quindi prive della possibilità di essere tutelate con reti e porte anti intrusione, dove vengono custoditi gli animali? Servono controlli e servono azioni mirate se vogliamo veramente voltare pagina”.
“L’uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza – commenta il ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto -. Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra Ministero, regioni, Ente Parco, Ispra, Cufa, sindaci e prefetti. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell’orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà”
sarebbe bello prima conoscere chi è stato a compiere tale gesto. È bruttissimo da dire ma conoscere l’autore cambia anche la prospettiva delle cose. Mi spiego meglio: qualora fosse stato un anzianissimo contadino che spaventati si è ritrovato di notte l’orso in giardino sarebbe una cosa; qualora invece fosse stata una persona più giovane, fuori dalla sua proprietà e senza pericolo di incolumità, tutto avrebbe un altro senso.
è un cinquantenne, cacciatore e proprietario di una macelleria… dice di averlo scambiato per un ladro, perché notoriamente si spara a vista ai ladri…
….Notoriamente eccesso di legittima difesa…e dopo
ce ne vuole per difendersi …
👍
Or son tutt’in passerella
a mostrare indignazione
ché si pensan cosa bella
a far fessa ‘na nazione.
Ma chi è morta è solo una,
innocente, questo è certo:
era un’orsa bella e bruna
incolpevole e all’aperto.
Solo SCUSA e DOLORE,
e pel resto sia SILENZIO,
per chi non sa dare amore
senza ch’io qui evidenzio.
Eppoi, certo, una SANZIONE
che punisca questa sciocca
nostra umana condizione
quando la pietà s’abbiocca.
Ma politici, vi prego:
basta chiacchierare a vuoto;
di parole me ne frego
anche fosser maremoto.
Di azione han bisogno
la natura e i suoi abitanti,
e tra questi, non è un sogno,
noi ci siamo tutti quanti !!!
Nel cuore di questo bosco, versante nord delle Dolomiti di Brenta, nel tardo pomeriggio di mercoledì un grande predatore ha assalito e ucciso Andrea Papi, 26 anni, un ragazzo di Caldes appassionato di corsa in montagna, appena laureato in Scienze motorie.
Quindi un orso può uccidere un uomo e non si scrivono tanti ipocriti commenti…
Condivido! Prima delle condanne, insulti e auguri di ogni male, rifletterei. Vorrei capire realmente come sino andate le cose, il contesto lo stato d’animo e poi eventualmente farmene una convinzione. Starei anche attento non esagerando contro questo uomo. Non posso credere, da cacciatore, che ci si alza e si spara ad un animale per il solo gusto di farlo.