La memoria a strisce e striscioni

“Ventisette agosto: Sulmona non dimentica le bombe anglo-americane”, firmato: Casapound. L’ottantesimo anniversario della “Zappata” della stazione inizia in tarda serata, con uno striscione che campeggia alle porte dello scalo ferroviario ovidiano, firmato dal movimento politico di matrice neofascista, illuminato dalla superluna blu che accompagna gli ultimi sgoccioli delle notti di agosto. Un tentativo di rileggere da un’altra prospettiva la storia più che un omaggio a chi perse la vita in quel tragico mattino di ottant’anni fa, come dimostra il comunicato inviato da Casapound nel quale etichetta i “liberatori” come portatori di morte e distruzione. Un modo manicheo di leggere la storia e tentare di stravolgerla.

Nel mondo in cui vale scrivere tutto si arriva al punto di riprendere le redini. Di finirla con slogan, pressappochismo e populismo. Non una condanna, alla quale ha già pensato la storia. Non un tentativo di censura, sia mai. Bensì di evidenziare come lo striscione del movimento fondato da Gianluca Iannone abbia avuto il privilegio di essere affisso grazie a quella libertà regalata dalla democrazia. Quella libertà che per un ventennio venne negata all’Italia e agli italiani. Quell’Italia in cui, nel ’25, le redazioni dei giornali venivano chiuse. In cui Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera, fu costretto a dimettersi per articoli troppo controversi in merito al delitto Matteotti. Quell’Italia in cui i copioni degli spettacoli teatrali venivano modificati dal Minculpop, e il cinema come le radio funzionavano come cassa di risonanza del regime. Quell’Italia dove la corrispondenza privata nella migliore delle ipotesi non arrivava al destinatario. Nella peggiore il destino del mittente era già segnato.

E’ da questa libertà negata che nasce, per il movimento Casapound, la possibilità di esporre uno striscione che omaggia le 104 vittime del bombardamento del 1943, ma che dietro ha chiari intenti politici e populisti. Le bombe piovute dal cielo, altro non sono che una delle tante conseguenze sanguinarie che la guerra porta con sé. La guerra voluta da qualcuno che un giorno decise che Danzica non doveva essere più città libera, entrando in Polonia con oltre un milione di soldati, duemilaseicento carrarmati e altrettanti aerei della Luftwaffe. La guerra voluta da chi aveva necessità dello spazio vitale. La guerra di chi ha bombardato i londinesi, costringendoli a vivere come topi nelle stazioni della metropolitana. O di chi ha provato l’affondo nelle steppe russe, non facendo i conti con il “generale Inverno”. La guerra nella quale l’Italia ha giocato il triste ruolo di cobelligerante, occupando a fatica Albania, Grecia, e parte del Regno di Jugoslavia, non certo senza spargimenti di sangue. Per informazioni basta vedere cosa accadde a Lubiana nel marzo del 1942, con 102 ostaggi fucilati dal Regio Esercito.

E’ dalla lunga catena di eventi della storia che nasce il bombardamento della stazione di Sulmona con le sue vittime che, per fortuna, verranno ricordate e omaggiate dalla città come è sempre stato anche senza l’ausilio di Casapound. Già, perché quelle 104 vittime hanno un nome e un cognome: da Maria Centi a Giovanni Narducci, da Rosa Spinosa ad Alberto Angelone. Hanno un volto, un vissuto e una storia. Hanno un’identità, quella che nazisti e affini hanno espropriato a milioni di ebrei dentro, ridotti a un numero e niente più. Portati all’annullamento della persona, che scompare dal mondo come un disegno sulla sabbia inghiottito dall’onda del mare. Gettati nel profondo pozzo dell’oblio da quei treni che avevano la morte come unica fermata.

Da Casapound ci aspettiamo anche altri striscioni sulle brutalità commesse sul territorio peligno-sangrino. Magari già il 21 novembre, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Limmari: 128 indifesi mitragliati dalle truppe di Wolf Werner Graf von der Schulenburg. Tutti morti, tra cui 34 bambini sotto i dieci anni e un bimbo di un mese la cui unica colpa è stata quella di venire al mondo. Oppure il prossimo 27 gennaio, per rendere omaggio alla memoria di tutti i morti deportati nei campi di concentramento. O anche il 25 aprile, Festa della Liberazione.

Insomma, le occasioni per fare i conti con la propria storia ci saranno. Garantisce la libertà.

Valerio Di Fonso

9 Commenti su "La memoria a strisce e striscioni"

  1. sub lege libertas | 28 Agosto 2023 at 08:52 | Rispondi

    Ottimo articolo, spero che venga compreso da tutti.

  2. … a proposito di chiari intenti…
    “ Le bombe piovute dal cielo, altro non sono che una delle tante conseguenze sanguinarie che la guerra porta con sé. La guerra voluta da qualcuno ( li chiamerò i nipotini di Stalin… i portatori di libertà e democrazia) che un giorno decisero ( decise) che Kiev e l’Ucraina non dovevano essere più libere, invadendo la nazione con centinaia di migliaia di soldati, migliaia di carrarmati e altrettanti aerei da guerra… 18 mesi di bombardamenti, sangue, morte, deportazioni e distruzione di case, palazzi, strade, fabbriche e tessuto sociale… vittime che hanno un nome, un volto, un vissuto, una storia… un’identità che i nipotini di STALIN, quelli della falce e martello sulla loro bandiera, hanno espropriato a milioni di UCRAINI …” Ma tanti… molti… non li riescono a chiamare con il loro nome o ideologia.
    Sono passati 80 anni… e siamo tornati al punto di partenza… morte, sangue e distruzioni…

  3. Un articolo preciso e puntuale con i giusti riferimenti. Questa deriva va fermata anche tramite la buona informazione. Complimenti IlGerme.

  4. Lezione di storia. Gli autori dello striscione dovrebbero sedersi e prendere appunti. Attendo anche io un loro striscione il 25 aprile

  5. L'Avanguardista | 28 Agosto 2023 at 11:30 | Rispondi

    Monumenti e Lapidi servono solo a creare odio tra la gente e ricchezza all’edilizia; questa è la riprova.
    1_Il Fascismo non fù un ideologia ma solo una dittatura imposta dalle classi dominanti per fermare la Rivoluzione Socialista in Italia ed in Europa dopo quello che era accaduto in Russia.
    2_Il Socialismo fù la vera macelleria umana del mondo intero dall’Europa, all’Asia, al Sud-America che privò un numero infinito di persone della loro libertà in nome di un ideologia bella ma anche troppo utopica, irrealizzabile, e forse fù anche un grande imbroglio.
    3_Il Nazismo, nome abbreviato del partito germanico “Partito Nazional SOCIALISTA dei Lavoratori” fù un partito Socialista con caratteri di esaltazione della nazione, ma pur sempre socialista e soprattutto dei Lavoratori.
    4_In merito all’espansionismo coloniale vorrei ricordare che Spagna, Francia e Inghilterra, quella delle bombe su Londra, si spartirono il mondo intero, stilando persino una “Carta” per questo ed in particolare l’America da nord a sud, sterminando l’intero popolo indiano ridotto ora alle riserve, occupando i loro territori, portando lo schiavismo nelle loro piantagioni ed il ku-klux klan.
    5_Tra i tagliatori di teste troviamo poi i francesi che con le loro Rivoluzioni tra il ‘700 e ‘800, decapitarono migliaia di persone ritenute ostili alla rivoluzione. Una pratica, quella della ghigliottina, rimasta in vigore fino al 1973 nella Francia Repubblicana ed applicata al reato di omicidio come pena di morte, in seguito abolita.
    6_Le guerre sono guerre dove non esiste il Diritto e la Legge ma il Crimine.
    7_La Storia la scrive chi vince ricordando i crimini altrui ma non i propri.
    8_VOLETEVI BENE perché occorre sempre un’altra guerra per cancellare i ricordi di quella precedente, ma con le armi di oggi forse nessuno potrà raccontarla.

  6. L'Avanguardista | 28 Agosto 2023 at 11:37 | Rispondi

    Mi correggo: l’ultima vittima della Ghigliottina Francese fù il 10 settembre 1977 con l’esecuzione capitale di Hamida Djandoubi, condannato per l’omicidio dell’ex compagna.

  7. Sentinella antifascista | 28 Agosto 2023 at 11:37 | Rispondi

    8 Dicembre 2001 SULMONA NON DIMENTICA:
    Gianluca Iannone (cantante degli ZetaZeroAlfa) è stato condannato dal giudice Massimo Di Cesare a 10 mesi di reclusione per rissa. Sono cadute le aggravanti derivanti dall’uso di mazze e bastoni. Gli altri condannati sono: Gianluca Giombini e Sergio Fois (5 mesi e 5 giorni di reclusione) e Alessandro Giombini e Alessandro Piccioli (7 mesi e 10 giorni). Anche questi tutti per rissa.
    I fatti risalgono all’8 dicembre 2001 quando a Sulmona si tenne un concerto degli ZetaZeroAlfa al Piccolo Teatro di via Quatrario organizzato da alcuni ragazzi di estrema destra. Nel corso della serata entrarono nel locale alcuni giovani della sinistra che furono immediatamente picchiati. Un ragazzo fu anche ricoverato all’ospedale per fratture varie”

    • L'Avanguardista | 28 Agosto 2023 at 12:09 | Rispondi

      Non conosco questi ZetaZeroAlfa, ma l’ambiente giovanile della movida sulmonese nel terzo millennio è diventato sempre più violento, fatto di provocazioni e giovani sempre più ubriachi e drogati che hanno perso il senso dell’educazione e del rispetto, colpevoli le famiglie assenti in questo. Visto che sei una Sentinella cerca di esserlo in modo totale e non di parte per garantire il rispetto delle persone. Un reato è un reato e ad esso corrisponde una pena per garantire Giustizia e Ordine. Pace e Bene.

  8. Bravi giornalisti del Germe che analizzano i fatti e li approfondiscono. Le altre testate perché non fanno lo stesso invece di continuare con i copia e incolla dei comunicati senza un minimo di analisi critica?

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