“Gli uffici della Soprintendenza all’Abbazia Celestiniana non sono inaccessibili, ma chiusi”: è una differenza “strutturale” quella che fa Emanuele Cavallini, responsabile dell’Abbazia per la Soprintendenza, in relazione all’articolo da noi pubblicato ieri in merito alla “fuga della Soprintendenza” da Sulmona.
“Non c’è motivo artistico e architettonico per tenerli aperti – spiega – perché i visitatori vedrebbero solo qualche archivio e semplici uffici chiusi, per questo l’area occupata dall’ente resta chiusa”.
Cavallini, anzi, sottolinea gli sforzi che si stanno compiendo per rendere il più accessibile possibile l’Abbazia: “Siamo aperti dal martedì al sabato e la prima e terza domenica del mese – continua – con sforzi enormi da parte del poco personale presente e nonostante l’assenza di servizi come navette di collegamento, parcheggi e percorsi pedonali in sicurezza all’esterno dell’edificio”.
Tant’è che i visitatori nel mese di agosto hanno fatto registrare numeri a quattro cifre, per uno dei monumenti più belli e imponenti del Centro Italia.
Il chiarimento di Cavallini, però, per nulla allevia la ferita della “fuga” degli uffici dell’ente, che poi era il senso dell’articolo. “Sul perché gli uffici siano chiusi – continua il manager – non so che dire, perché non rientra nella mia competenza, però ci tengo a chiarire che l’Abbazia è agibile e visitabile e presto, come da voi d’altronde già scritto, partiranno i lavori sulla Cappella Caldora e altri già in programma”.
Il manager, anzi, conferma il sospetto e la denuncia da noi fatta: all’Abbazia gli uffici sono stati di fatto smantellati e restano solo alcuni archivi che dovranno essere trasferiti. In altre parole la Soprintendenza non ha più intenzione di avere un presidio a Sulmona, il che complica l’attività professionale di molti tecnici e le esigenze dell’utenza, costretti ad aspettare mesi e mesi per un semplice nulla osta.
Così come confermata è la disattenzione verso la città tra le più importanti in Abruzzo dal punto di vista storico e architettonico e che in virtù della sua esposizione al rischio sismico, avrebbe bisogno di attenzioni eccezionali. I finanziamenti dedicati restano quelli del 2017, nessuno dei quali arrivato alla gara d’appalto.
..alla faccia del tanto sbandierato decentramento..
Mi Auguro che la pavimentazione messa in opera in similare
” klinker”, nella nostra Abbazia Celestiniana venga sostituita con il ” marmo di Carrara” , già preesistente ed in parte ancora in opera, materiale presente in tutte le Basiliche Abruzzesi ed a L’Aquila, dopo il terremoto , utilizzato anche per complessi residenziali” poveri” di storia
E i milioni stanziati per il completamento del restauro dell’ Abbazia scippati e dirottati altrove quando ce li restituiscono?
.. e mo magni!!
MENO MALE CHE I MONUMENTI DELLA STORIA DI SULMONA NON SONO TRASPORTABILI ALTRIMENTI L’AQUILA CI PORTEREBBE VIA ANCHE QUELLI (MA MAI DIRE MAI)…SINDACO DI SULMONA E INTERA GIUNTA COMUNALE NONCHE’ ASSESSORI E CONSIGLIERI REGIONALI DEL NOSTRO TERRITORIO(DI QUALSIASI COLORE POLITICO ESSI SONO)…SVEGLIATEVI E CACCIATE GLI ATTRIBUTI PER DIFENDERE IL NOSTRO TERRITORIO DEL CENTRO ABRUZZO…C7SULMONA
A proposito di monumenti. Credo sia utile ricordare che L’Aquila è l’ottava città in Italia per numero di monumenti, edifici, chiese e luoghi d’arte sottoposti a vincolo della Soprintendenza alle Belle Arti. Questa peculiarità ha consentito peraltro un più robusto contributo nella ricostruzione consentendo di ottenere quei risultati così abbaglianti da meravigliare ogni visitatore.
Ciò dovrebbe costituire un motivo di orgoglio per ogni vero abruzzese, se soltanto si lasciassero da parte invidie, gelosie e proclami superficiali.
Ecco bravo comincia tu a tacere.!!!!
Sai cosa significa essere l’ottava città di una nazione come l’Italia? Vuol dire che le radici del tuo Capoluogo affondano in un terreno denso di secoli di storia, di cultura e di bellezza che non si possono né disconoscere né inventare. Ecco perché c’è questo mix di rispetto ed invidia, di consapevolezza e gelosia verso questa Città, perché lo sapete tutti e traspare in ogni commento che la riguarda, foss’anche l’immondizia del COGESA.
Ma come sappiamo tantissimi vincoli sono stati posti, potremmo dire con “leggerezza”, su richiesta dei proprietari dopo il sisma. Ciò per raddoppiare i finanziamenti, a mio parere molto “abbondanti”!
Inoltre la chiusura degli uffici di Sulmona nulla ha a che vedere con la sede principale di Aquila, che nessuno mette in discussione, come ben si capisce dall’articolo.
Egregio Claudio, capisco che il suo squallido e decentrato paesone abbia una costante necessità di una difesa d’ufficio, visti i dubbi generalizzati della popolazione abruzzese sul suo reale merito di rappresentare il nostro Abruzzo. E poi non si rivolga alla città di Sulmona quando parla di invidia poiché, come lei ben sa, la più bella città d’Abruzzo non ha bisogno di invidiare nessuno men che meno il paesone che lei commoventemente sponsorizza.
Si rivolga a qualche altra località per avere conforto, forse qualcuna realmente invidiosa le potrà dare qualche straccio di soddisfazione.
Dopotutto, lo stesso Federico II di Svevia fondatore del suo capoluogo nel “1254”, istitui’ nel “1233” il Giustizierato d’Abruzzo con Capitale Sulmona, promuovendola in tal modo a città più importante d’Abruzzo.
Forse lui aveva già intuito qualcosa?
Vuol dire che 21 anni non erano bastati ai suoi antenati per capire quel che dovevano fare, tant’è che poco dopo il povero Celestino preferì farsi a dorso d’asino la strada fino a Collemaggio per ricevere la tiara papale, pur avendo disponibile a pochi passi la più bella città d’Abruzzo. Con buona pace di Federico II.
..vero, la più bella città d’Abruzzo, parole sante. Forse è proprio per questo motivo che è qui che scelse di vivere.
Mi dispiace per lei, ma anche la storia continua a darci conferme.