L’appuntamento più importante è quello del prossimo 2 novembre in Regione dove l’associazione “Sulmona città sicura” incontrerà il capo dipartimento di Casa Italia. Il progetto degli 89 tecnici (architetti, ingegneri, geologi e avvocati) che si sono associati per mappare Sulmona dal punto di vista sismico, infatti, potrebbe rientrare proprio tra gli obiettivi del grande piano nazionale sulla prevenzione, tanto più che Sulmona è una delle dieci città, l’unica in Abruzzo per il momento, a rientrare nel progetto pilota.
Il timbro ministeriale, al di là dell’aiuto economico, servirebbe soprattutto a dare “le stellette” ad un’operazione la cui riuscita dipende molto dalla collaborazione dei cittadini e degli altri professionisti.
L’obiettivo è infatti quello di eseguire uno studio, il più dettagliato possibile, sulla vulnerabilità sismica della città e in particolare del centro storico. Per questo serviranno nel lavoro che è già iniziato, dati, piantine e l’elenco degli interventi fatti nel corso degli anni sui singoli edifici. Un lavoro di ingegneri e architetti che sarà implementato da quello dei geologi, in attesa che si avvii definitivamente la microzonazione sismica di terzo livello, già concordata con l’università di Chieti, ma ancora ferma al palo per la mancata copertura economica da parte della Regione della sua parte (circa 50mila euro).
L’associazione, che si è presentata ufficialmente questa mattina, nel frattempo va avanti: tre aggregati sono già allo studio intorno alla zona di piazza XX settembre e presto si avranno le prime schede sul loro stato di salute. Il primo passo di un lungo percorso che comprende 195 aggregati individuati e circa due anni di studio.
“Alla fine l’obiettivo sarà quello di avere un quadro d’insieme della vulnerabilità della città – spiega il presidente dell’associazione, Maria Grazia Del Cimmuto – per poi aprire un ragionamento sugli interventi da fare per la prevenzione. Faremo delle indagini speditive, integrandole con le documentazioni che sono in nostro possesso, con le verifiche che ci saranno consentite di fare all’interno delle singole abitazioni e con le informazioni che anche i nostri colleghi vorranno fornirci. Ecco perché più che una iniziativa di carattere tecnico, il nostro è un progetto civico, che ha bisogno cioè della diffusione della cultura della prevenzione e della collaborazione di tutti”.
Le porte, insomma, sono aperte, anche telematicamente: “Abbiamo attivato una piattaforma – ricorda Eleonora Di Iorio – nella quale i tecnici potranno comunicare i dati degli interventi e degli edifici di cui sono in possesso. Dal sito sarà possibile scaricare anche la scheda che abbiamo preparato e che permetterà di dare una lettura coerente delle criticità e della vulnerabilità delle strutture del centro storico”.
In attesa delle “stellette”, intanto, l’associazione potrà fregiarsi dei “gradi” del Comune di Sulmona che a giorni dovrebbe sottoscrivere un’apposita convenzione di collaborazione, mettendo a disposizione le carte, che non sono poche, già custodite negli archivi di palazzo San Francesco.
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