Prima, un paio di settimane fa, la richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, falso ideologico e calunnia, in relazione ad un appalto per le pulizie degli ospedali; l’altro ieri la decisione del Gip dell’Aquila di sospenderla dal lavoro, accogliendo la richiesta di interdizione avanzata dal pubblico ministero, in relazione ad un appalto “truccato” da un milione e mezzo di euro per l’acquisto di presidi sanitari per chirurgia vascolare di cui era responsabile del procedimento.
Una tempesta giudiziaria che ha travolto Michela D’Amico, 62 anni funzionaria della Asl e assessora al Bilancio del Comune di Castel di Sangro, che oggi stesso presenterà le sue dimissioni da collaboratrice del sindaco Angelo Caruso.
La decisione è arrivata ieri dopo un confronto con lo stesso sindaco e al termine del quale, in attesa degli sviluppi delle inchieste giudiziarie, di comune accordo, si è ritenuto opportuno interrompere l’incarico fiduciario da assessora. “Non c’è obbligo di legge – spiega il sindaco Caruso – ma è inopportuno che la D’Amico continui ad essere assessora, anche perché ha bisogno di concentrarsi ora sui processi. Domani (oggi, ndr) comunicherò le decisioni assunte e spero di poter da subito nominare un sostituto che si occupi della delega al Bilancio e Finanze del Comune”.
L’interdizione dal lavoro a cui è stata sottoposta la D’Amico, insieme al dirigente medico Gennaro Bafile e al funzionario estensore della gara, Carlo Fruttaldo, non prevede in realtà l’interdizione anche dalle cariche amministrative: così, ad esempio, non è stato per il sindaco di Rocca Pia, Pasquale Berarducci, anche lui interdetto dal servizio quale agente della polizia stradale di Pratola Peligna, rimasto coinvolto nell’inchiesta sui “furbetti del sonnellino”. A differenza del sindaco, però, la figura dell’assessore è più “sacrificabile” nell’economia della gestione di un Comune e non comporta, quindi, un azzeramento amministrativo che, d’altronde, non vede coinvolto il Comune di Castel di Sangro nell’inchiesta sugli appalti della Asl.
Certo è che Caruso perde una delle sue più fidate e attive collaboratrici, già presidente del consiglio comunale oltre che assessora da tre anni.
Le accuse nell’inchiesta sull’appalto di chirurgia vascolare (sostanzialmente di aver turbato la gara privilegiando una società), che hanno portato l’altro giorno alla sua sospensione dalla Asl, d’altronde, sono gravi e sembrano aver trovato inoppugnabili riscontri dall’analisi dei telefoni fatta dagli inquirenti.
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