Con i suoi venti edifici, il muro di cinta, i servizi, le stanze, i locali chiusi e gli spazi all’aperto e perfino le garitte riscaldate, il Campo 78 di Fonte d’Amore di Sulmona, nella parte rimasta di proprietà del Demanio, potrebbe essere un candidato appetibile del “Piano Nordio”, l’idea cioè lanciata l’altro giorno dal ministro della Giustizia di riattivare strutture e caserme per ospitare i detenuti a basso allarme sociale, condannati cioè a pene brevi o per reati bagatellari (di lieve entità). Una sorta di “casa rieducativa” più che di reclusione, cioè, dove i detenuti possano avere un trattamento detentivo differenziato, e nella quale gli spazi all’aperto per lavoro e sport, saranno fondamentali per il processo di rieducazione.
Il compito di individuare le possibili strutture da adattare con appositi interventi da parte dello Stato, è stato demandato ai singoli Provveditorati regionali dell’amministrazione penitenziaria che nei prossimi giorni faranno una ricognizione con il Demanio sulle strutture disponibili e compatibili con la destinazione d’uso.
L’area del Campo 78 di Sulmona, una parte della quale acquistata dal Comune nel 2020 e un’altra ampia parte ancora di proprietà del Demanio, in tal senso, si mostra particolarmente appetibile: di fatto non necessita di grandi interventi edilizi e dispone di una ventina di edifici (solo quelli del Demanio) che hanno una capienza di circa 20 posti letto ad edificio. Calcolando anche gli alloggi ufficiali e l’area mensa, a Sulmona, a starci larghi, potrebbero trovare posto tra i 500 e i 1000 detenuti. Si tratta di un numero importante, a fronte dei 10mila detenuti in più rispetto ai posti letto che si trovano attualmente dietro le sbarre in Italia.
Oltre alla superficie coperta, il Campo 78 ha a disposizione circa 20mila metri quadrati intorno, con la pista d’atletica e campi calcio: è sufficientemente distante dal centro urbano, ma allo stesso tempo non è sperduto, senza contare che praticamente attaccata c’è la scuola di polizia penitenziaria che è in fase di potenziamento e che potrebbe essere una buona base logistica.
Anzi, inizialmente si era pensato anche di utilizzare il Campo 78 per l’ampliamento della scuola, per la quale poi si è invece deciso per un ampliamento nuovo, nei pressi della zona sportiva.
In fondo il Campo 78 è nato ed è sempre stato un campo di prigionia: non bisognerebbe neanche cambiare la “destinazione d’uso”.
Solo qualità a Sulmona !
… ai “ detenuti a basso allarme sociale, condannati cioè a pene brevi o per reati bagatellari (di lieve entità)” vanno applicate le misure alternative e gli va data una possibilità di reinserimento nella società… non ha nessun senso continuare a tenerli “ rinchiusi” dentro un recinto o in celle sovraffollate dove le condizioni minime di igiene, di spazio, di luce, di aria e di intimità personale, si avvicinano a quelle definibili da tortura… e infatti la Corte Europea dei diritti dell’uomo, ogni due per tre, puntualmente condanna l’Italia al rispetto della raccomandazione del Consiglio d’Europa n. R(99) 22 sul sovraffollamento delle carceri e l’inflazione carceraria.
In particolare, in tale atto si rileva che «La privazione della libertà dovrebbe essere considerata come una sanzione o una misura di ultima istanza e dovrebbe pertanto essere prevista soltanto quando la gravità del reato renderebbe qualsiasi altra sanzione o misura manifestamente inadeguata» e che gli Stati «dovrebbero esaminare l’opportunità di depenalizzare alcuni tipi di delitti o di riqualificarli in modo da evitare che essi richiedano l’applicazione di pene privative della libertà».
“La raccomandazione invita dunque gli Stati a ridurre il ricorso alla custodia cautelare ed a fare un uso più ampio possibile delle alternative alla custodia cautelare quali ad esempio l’obbligo, per l’indagato, di risiedere ad un indirizzo specificato, il divieto di lasciare o di raggiungere un luogo senza autorizzazione, la scarcerazione su cauzione, o il controllo e il sostegno di un organismo specificato dall’autorità giudiziaria.”
Ma ai politici e politicanti, unitamente ai benpensanti e forcaioli di ogni ceto e ideologia, sembra non importare nulla, ma continuano a riempirsi la bocca di invocazioni al rispetto delle Norme Europee solo quando servono a colpire o screditare l’avversario politico di turno.
L’ultima amnistia e indulto, per pene sotto i 6 anni, risale al 1990… esattamente 33 anni… come l’età del Cristo nostro Signore, mandato a morire sulla Croce dai politici, dai Giudici e dal potere di allora… con la partecipazione del popolino indottrinato dalle ideologie, ma almeno Loro salvarono Barabba… noi non riusciamo a fare nemmeno questo: di “ salvare e far uscire i tanti “ Barabba” che devono scontare pene detentive minimali… No, imperterriti continuiamo a chiedere altri Recinti… altri Cancelli…
Il problema è l’opposto e cioè che non si riesce a mettere dentro tanti piccoli delinquenti che compiono ripetitivamente reati ad alto impatto sociale tipo borseggi furti di apoartamento con le forze dell’ordine inermi, in quanto se pur pescati in fragranza devono subito rilasciarli.
Servirebbero pene certe e severe anche di breve durata ma proporzionali al numero di volte che si delinque del tipo: primo borseggio un mese di carcere, secondo borseggio due mesi e così via. Ovviamente carcere duro senza contatti con l’esterno e duro lavoro in modo da recuperare in parte le spese.
awa lgalizzet la cannabis come hanno fatto già gli altri stati e vdet che i reat caln e pur d brutt no che facet i proibizionist p fa guadagna la mafi
I piccoli delinquenti romeni catturati in Italia,ad esempio,
non vogliono essere estradati.
Dalle loro parti gli fanno un mazzo così.
A Sulmona tutte attività di elevato valore: discarica, carceri, ecc.
Mai che si parli di tecnologia, sedi universitarie o similari.
Tecnologia,sedi universitarie e similari? Gli aquilini vigilano affinché non accada..