Anche il gonfalone della Regione Abruzzo, questa mattina, era presente a Marcinelle, in occasione della cerimonia di commemorazione delle vittime della miniera di Bois du Cazier. Una presenza dall’alto valore simbolico per onorare al meglio chi ha perso la vita in quella immane tragedia di 67 anni fa. Nella miniera di Marcinelle morirono 262 persone, di cui 60 abruzzesi, ricordati solennemente nella giornata di oggi anche a Manoppello.
Era il 1956, e il Belgio nonostante fosse stato stato intaccato lievemente dagli eventi del secondo conflitto mondiale si era ritrovato con una scarsa manodopera, tanto da dover firmare con l’Italia, dieci anni prima, un protocollo di scambio. Ben 50.000 lavoratori in cambio di carbone. Nelle miniere belghe, nel ’56, erano impegnati circa 142.000 persone, di cui 44.000 italiane. Quella di Marcinelle è la terza strage per i compatrioti oltre confine della storia italiana, dopo quella di Monongah e di Dawson.
Un tunnel di oltre 900 metri che si trasformò in una bara, inchiodata da olio ed elettricità che diedero vita ad un incendio di dimensioni immense. Tant’è che dei 275 uomini all’interno della miniera belga, solo 13 uscirono incolumi, o quasi. Il destino, per gli altri 262, era segnato in quella oscurità riaccesa solo dalle fiamme. Chi venne arso vivo, chi non sopravvisse all’inalazione del fumo tossico. Una sorte orrenda, una ferita non ancora rimarginata.
“Più passa il tempo – ha commentato il Presidente – e più diventa difficile fare una commemorazione che non sia soltanto un rito o che non scada nella retorica. Inoltre,- ha aggiunto – meno sono presenti i testimoni viventi di quel luttuoso evento, più questa distanza si fa sentire. Anche per questo, colgo l’occasione – ha proseguito – per rendere omaggio alle vedove superstiti ed ai figli dei minatori scomparsi in quell’immane tragedia perché comprendiamo quanto dolore possano provare nel rievocare quei momenti che non hanno mai potuto dimenticare e mai potranno farlo. Però, – ha spiegato Marsilio – conservare la memoria di quel dolore immenso è importante sia come monito per le nuove generazioni sia per fare in modo che l’insegnamento rimanga nel tempo. Purtroppo, – ha sottolineato – si muore ancora nei luoghi di lavoro e ci sono ancora persone che devono emigrare per sfamare le proprie famiglie. Quindi – ha concluso il Presidente – queste ferite, ancora aperte, ci richiamano ogni giorno al nostro impegno affinché il futuro dei nostri figli sia possibilmente migliore rispetto a quello che hanno conosciuto le generazioni precedenti”.
Alla cerimonia di commemorazione di Manoppello, che si è svolta in contemporanea con quella di Marcinelle, sono intervenuti, tra gli altri, anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, il prefetto di Pescara, Giancarlo Di Vincenzo, ed i parlamentari Nazario Pagano e Guerino Testa.
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