L’Abruzzo indossa nuovamente la maglia nera tra le regioni d’Italia per l’andamento delle imprese artigiane nella prima metà del 2023. Soffrono il settore manifatturiero, riparazione auto, trasporti e ristorazione. A dirlo sono i dati di Movimprese rielaborati da Aldo Ronci, in uno studio effettuato per la CNA regionale.
Una flessione assoluta di 126 unità con una perdita percentuale paro allo 0,45% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’Abruzzo è costretto a rincorrere l’intero Paese, che fa segnare una crescita media pari allo 0,18%.
“Il peggioramento rispetto al primo semestre dell’anno scorso – illustra il curatore dello studio – si spiega con il fatto che, da un lato, le iscrizioni sono diminuite di 29 unità e, dall’altro, le cessazioni sono aumentate di 62”.
Tra i territori, i segnali di maggiore sofferenza arrivano dall’Aquilano e della provincia di Chieti, con flessioni rispettivamente di 44 e 40 unità: numeri assai negativi che pongono le due realtà a 97esimo e 99esimo posto (su 105 province in totale) della graduatoria italiana. Performance leggermente meno negative sono invece quelle realizzate dalle province di Teramo (-23) e Pescara (-19). Quanto ai settori produttivi, i primi sei mesi dell’anno fanno registrare andamenti particolarmente negativi per quel che riguarda manifatturiero (-69); riparazione auto e prodotti per la casa (-35); trasporti (-26); ristorazione (-31). Con gli unici incrementi di una certa entità registrati nelle costruzioni a Pescara (+14) e Teramo (+13), e nei servizi alla persona all’Aquila (+10).
In questo quadro tutt’altro che rassicurante, il mondo delle micro imprese torna a invocare con urgenza misure in grado di sostenere le aziende, aiutandole a uscire dal pantano. E il nodo del credito viene certamente al primo posto nell’agenda delle richieste al mondo delle istituzioni, Regione in testa.
Commenta per primo! "Artigianato, Abruzzo in fondo alla classifica nella prima metà del 2023"