“Il fatto non sussiste” e dopo quello dell’Aquila, anche il Tribunale di Teramo ha assolto il gruppo Toto (Strada dei Pachi) dall’accusa di non aver fatto adeguate manutenzioni sulle autostrade A24 e A25. Un verdetto emesso con formula piena per tutti i capi di imputazione e che adesso concede a Strada dei Parchi il diritto di rivendicare la concessione tolta dal Consiglio dei ministri nel luglio 2022 e affidata ad Anas. Una battaglia per riappropriarsi delle tratte abruzzesi che è già iniziata, sentendo i commenti alla sentenza da parte di Cesare Ramadori, Presidente di Strada dei Parchi.
“Ora, alla luce delle esemplari sentenze dei Tribunali abruzzesi – spiega Ramadori -, occorre che l’onorabilità che i Tribunali ci hanno restituito trovi rapidamente corrispondenza nei fatti, prendendo atto delle decisioni della Magistratura e ponendo fine e rimedio ai gravissimi danni economici e reputazionali già incolpevolmente subiti dalla nostra Società”.
“A prescindere dall’assoluta singolarità di una legge che “accerta” un inadempimento, la sentenza del Tribunale di Teramo – si legge in una nota diramata da Strada dei Parchi -, al pari della precedente, è di fondamentale importanza perché proviene da chi, un giudice, è l’unico presso cui, nel nostro ordinamento, risieda il potere di accertare i fatti. Ecco, ora è definitivamente chiaro: l’unico che ha il potere di pronunciarsi, ha dichiarato che i fatti, che per “legge” costituirebbero l’inadempimento, non sussistono”.
“Nel caso di Strada dei Parchi – conclude il gruppo Toto – oltre che inesistenti, quei fatti sono anche del tutto inverosimili. La Società, che nel 2001 vinse la gara europea per l’affidamento della concessione della A24 e A25, una delle prime e delle poche visto che in Italia l’affidamento delle concessioni autostradali, nell’ambito delle cosiddette privatizzazioni nel tempo attuate nel nostro Paese, è quasi sempre avvenuto senza il ricorso a procedure di evidenza pubblica, fa parte del Gruppo Toto, il cui core business è da sempre quello delle costruzioni delle grandi infrastrutture viarie, in particolare autostradali. Tale circostanza, unitamente al modello di convenzione “di riequilibrio”, che prevede che tutti gli oneri di manutenzione, anche quelli eccedenti il programmato, debbano trovare ristorno in tariffa, ha indotto il Ministero concedente a inserire delle puntuali norme di limitazione al volume delle manutenzioni da realizzarsi al fine di evitare che il Concessionario abusi della possibilità di fare interventi manutentivi”.
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